Stato spacciatore (di gioco), scommesse slot e gratta e vinci. “Fatti di gioco” peggiori dei tossicodipendenti

Stato spacciatore (di gioco), scommesse slot e gratta e vinci. “Fatti di gioco” peggiori dei tossicodipendenti

6 Luglio 2016 0 Di redazione

Cassino – La dipendenza da gioco peggiore di quella della droga ma con l’aggravante che lo spacciatore è lo Stato.  E’ una vera piaga che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 quando sono state legalizzate le macchinette ‘mangiasoldi’ e tutti gli altri giochi prima di allora illegali. L’illegale, quindi, è stato sanato creando una nuova forma di dipendenza fino ad allora sconosciuta e che oggi ha dimensioni spaventose. Per chi volesse individuare come aspetto positivo un maggior introito delle Casse dello stato, facciamo notare che questo è inferiore delle lobby delle società che gestiscono l’intero mercato. Secondo i dati forniti fino al 2011 dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), gli italiani hanno scommesso, in quell’anno, 79,9 miliardi di euro di cui solo 8,7 miliardi sono stati incassati dallo Stato come tasse. La particolarità sta nel fatto che nel 2004, quando gli italiani spendevano 25,57 miliardi, lo Stato incassava 7,3 miliardi. Cioè le giocate in sette anni sono aumentate di 71 miliardi mentre nelle casse del Paese, sono entrati appena 1,4 miliardi in più. Poi i dati vanno cercati con il lanternino.

Nel 2014 (Fonte Repubblica.it) gli italiani “si sono giocati” 84 miliardi di euro e lo Stato ha incassato 8 miliardi per l’intero anno. Le stime per il 2015 erano nere o rosee a seconda dei punti di vista dato che le giocate sarebbero aumentate fino a far stimare 10 miliardi di tasse.

maccaro luigi

Cosa fare quindi per difendersi in proprio visto che, almeno sotto questo aspetto, lo Stato non aiuta? Nella comunità Exodus di Cassino, da tempo si trattano i “fatti di gioco” con gli stessi sistemi dei tossicodipendenti. Luigi Maccaro, nella sua intervista a Facciedivita.it ha le idee chiare sul fenomeno e su quello che deve essere fatto. “Investire molto nella prevenzione. Non è solo una questione di soldi, bisogna aiutare scuole e famiglie a prendersi carico della questione educativa dei ragazzi. Se c’è tanta droga in giro è perché c’è richiesta, stesso discorso per alcool e gioco.  Non esiste più l’educazione alla fatica, i genitori rendono tutto più facile, la difficoltà della scuola si è abbassato, si è adolescenti fino a 40 anni. Manca la forgia caratteriale e, di fronte al problema, si cade in una dipendenza”.

Ermanno Amedei