Il bar Dip mette le cuffie alla Movida di Cassino. Ecco come la città diventa silenziosa

Il bar Dip mette le cuffie alla Movida di Cassino. Ecco come la città diventa silenziosa

24 Ottobre 2016 0 Di redazione

Cassino – Mettere le cuffie alla Movida per rendere rumorosa la città solo per chi vuole divertirsi, e silenziosa per chi vuole riposare.

La tecnologia esiste e c’è chi intende adoperarla per far coesistere di due sacrosanti diritti: quello al divertimento, e quello alla tranquillità.

Teoricamente dovrebbe funzionare ma in pratica lo si scoprirà solamente la notte del 30 ottobre, quando il Dip di Cassino, un noto bar che raccoglie molta della movida cittadina, distribuirà cuffie ai suoi clienti che vorranno rimanere all’esterno del locale senza rinunciare ad ascoltare musica e magari ballare.

Il problema è quello di sempre: i locali sono in centro e il chiasso della movida impedisce di riposare a chi, invece, vi abita.

Un diritto che ha spinto la Questura a dare una stretta alla movida informando i titolari dei locali che dopo la mezzanotte, la musica esterna non sarà consentita. Pena: pesanti sanzioni. Per aver certezza che l’informazione fosse stata recepita, i gestori hanno dovuto anche firmare la “presa visione” di questo avvertimento.

Quello del Dip, sembra essere un esperimento significativo. I clienti, al costo di una consumazione, e dietro il rilascio di un documento, riceveranno una cuffia con tre canali per ascoltare altrettante tipologie di musica: Commerciale, House e Tekno. Inoltre potranno scegliere anche il volume. Un sistema che, ovviamente, argina il problema della musica; quello del vociare e degli schiamazzi è sempre ricondotto, invece, alla educazione della gente e alla consapevolezza di non vanificare gli sforzi che si stanno facendo per permettere di conciliare il loro diritto con quello di chi sceglie di andare a dormire.

Sarà particolare vedere gente ballare al tempo di una musica che non si sente, ma la tecnologia ci ha spinto anche ad accettare, senza considerare pazze, persone che sembrano parlare da sole quando, in realtà, parlano al telefono usando auricolari.

Ermanno Amedei