Droga, violenza e pizzo a Cassino. Commercianti a rischio racket

Droga, violenza e pizzo a Cassino. Commercianti a rischio racket

17 Gennaio 2017 0 Di redazione

Cassino – Stavano sperimentato anche un nuovo ramo di azienda allargando i loro affari, dalla droga al pizzo. I componenti della banda sgominata ieri dai carabinieri del nucleo operativo di Cassino pensavano in grande tanto da cominciare ad intuire che le paure di alcuni commercianti del centro potessero fruttare loro altri soldi oltre a quelli che già guadagnavano dallo spaccio della droga.

Proprio la paura di alcuni operatori di commercio nel denunciare le richieste di soldi per evitare guai nelle loro attività, quello che altrove si chiama “pizzo”, è l’elemento maggiormente preoccupante della vicenda che ha visto i carabinieri, ieri, sgominare una banda composta da 19 persone, in larga parte cassinati.

Lo spaccio e la violenza che adoperavano per difendere o guadagnarsi nuove piazze, non costituisce purtroppo una novità a Cassino. Non è nuova neanche l’ipotesi che alcuni commercianti fossero in affari con gli spacciatori e su cui si sta indagando.

La richiesta di soldi da parte degli indagati, ad altri commercianti per evitare che “affiliati” entrassero nei locali e innescassero risse con i clienti, costituisce invece l’elemento nuovo reso maggiormente preoccupante dalla paura che gli operatori di commercio stessi hanno avuto nel denunciare il fenomeno alle forze dell’ordine.

Una vicenda che è emersa chiaramente nel corso delle indagini svolte dai militari che, nonostante tutto, sono riusciti a portare a casa un brillante risultato: quello con cui è stata fatta piazza pulita. Purtroppo, lo si sa quasi con certezza, per uno spacciatore arrestato, tanti altri sono pronti a prenderne il posto. Accadrà anche in questo caso e così sarà fino a quando ci sarà richiesta di droga.

La speranza è che quantomeno si argini il pericolo racket. E’ necessario chiudere quella crepa che la paura ha creato nel muro, altrimenti quella crepa diventerà un varco e, a quel punto, non ci stupiremo più neanche di questo.

Ermanno Amedei  Â