Sui marciapiedi di Cassino tra prese in giro e volgarità

Sui marciapiedi di Cassino tra prese in giro e volgarità

10 Aprile 2017 0 Di redazione

Cassino – Di giorno, nel mezzo di Viale Dante, come in tarda serata, davanti ai binari del treno: la mancanza di rispetto non segue orari così come il diritto di percorrere liberamente una strada senza importuni dovrebbe essere garantito a chiunque, senza distinzione di sesso e nazionalità. Ma i fatti dimostrano il contrario.

A quanti di voi sarà capitato di parcheggiare la propria automobile in zona stazione a Cassino e ritrovarsi a discutere con insistenti uomini di colore circa la loro richiesta di denaro? Quante donne, passeggiando in quell’area e nelle vie più prossime, sono state importunate dai gruppi di rom che frequentano abitualmente il luogo, soprattutto in tarda serata?

Sfortunatamente per i residenti e per chi lavora in loco, questo è il panorama che quotidianamente ci si ritrova ad affrontare non solo nel circondario della stazione di Cassino bensì anche in viale Dante e viale Bonomi, pur essendo due delle strade più trafficate.

Non di rado, di fatto, si è costretti a percorrere marciapiedi ingombrati da gruppi spesso numerosi di stranieri i quali si dimostrano il più delle volte scortesi e volgari – soprattutto con le giovani donne e, vergognosamente, con gli anziani. Accade infatti di vedere (o essere i diretti interessati) alcuni di loro prendersi gioco del passante che aveva chiesto il permesso prima di procedere, facendosi strada tra il vero e proprio muro da questi creato. Si parte dalle più “innocue” risposte sgarbate per giungere a vere e proprie volgarità, sino a oltrepassare il limite del civile con gesti indicanti atti sessuali e organi genitali. Allusioni che pur nella loro ripugnanza vengono fatte in strade pubbliche, in piena luce del sole e alla presenza di bambini, i primi ad essere turbati da tutto ciò.

Tristemente le donne rappresentano il maggior numero di soggetti infastiditi, fisicamente più deboli e indifese secondo il pensar comune e dunque oggetto di occhiate impertinenti e parole irrispettose. E se la premura a non importunare nessuno dovrebbe prescindere dalla nazionalità, è pur vero che gli “ospiti” dovrebbero curare maggiormente questo aspetto, in una terra che apre loro le porte ma che per paradosso vede calpestati i suoi abitanti. C’è chi parla di regolari controlli ma a lungo andare gli ammonimenti perdono efficacia.

Intendiamoci, la buona educazione, o quantomeno il rispetto altrui, deve essere preteso da chiunque, italiano o straniero che sia.

Giulia Guerra