Marocchinate, il ricercatore Massimo Lucioli consulente di parte nell’inchiesta

Marocchinate, il ricercatore Massimo Lucioli consulente di parte nell’inchiesta

24 Luglio 2018 0 Di redazione

FROSINONE – Nell’inchiesta della Procura Militare di Roma sulle malefatte delle truppe coloniali francesi durante la seconda guerra Mondiale, l’associazione nazionale Vittime delle Marocchinate si avvarrà della consulenza tecnica di Massimo Lucioli, scrittore e ricercatore tra i primi ad occuparsi della drammatica vicenda.

“Massimo Lucioli, toscano di Siena, vive da sempre da Roma. Una vita dedicata al volo. Dopo gli studi classici, si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza senza terminarla. Il suo amore per il volo ha preso il sopravvento su tutto. Una carriera di trent’anni. Dieci anni come pilota di linea civile. Ben venti anni passati sui Canadair”.

Lo scrive in una nota Davide Caluppi, addetto stampa dell’associazione nazionale Vittime delle Marocchinate.

“L’amore per il volo però gli ha concesso di portare avanti un altro interesse, e cioè quello della Storia. Autore di numerosi libri insieme al collega amico Davide Sabatini tra cui ricordiamo “La Ciociara e le altre”, “Rovetta 1945. Storia di una strage partigiana”, “Padre Antonio di Gesù. Il legionario di Dio”, “Mafia e Allies” scritto da solo”.

Nella nota Caluppi intervista l’autore e ricercatore.

“Come sai in questo ultimo periodo la vicenda è salita alle cronache nazionali vista la denuncia presentata alla Procura Militare di Roma contro la Francia per crimini di guerra, per tramite di Emiliano Ciotti e l’avvocato Randazzo. Alla notizia della denuncia quale è stata la tua reazione?

Ho salutato con soddisfazione la notizia della presentazione della denuncia, e ancor di più mi ha fatto piacere il fatto che il Procuratore Militare abbia di fatto voluto riaprire le indagini su dei fatti che sono stati volutamente e deliberatamente posti in un angolo d’ombra della storia.

 Insieme a Davide Sabatini siete stati tra i primi oltre venti anni fa a fare ricerche sulle Marocchinate. Puoi ricordarci il lavoro di quelle ricerche? Da dove siete partiti? Avete trovato difficoltà a reperire notizie sulla vicenda?

Con il mio amico Davide Sabatini decidemmo di approfondire il tema sui crimini commessi dai coloniali francesi (e non solo) proprio perchè è un fatto sul quale si è sempre voluto parlare poco. Ricordo che passammo dei mesi in Ciociaria alla ricerca di testimonianze e documentazione, fu un lavoro difficile perchè le gente all’epoca non parlava volentieri della cosa ed i fatti si riferivano sempre al paese limitrofo, a dimostrazione che questa ferita di fatto è una ferita che almeno venti anni fa era ancora aperta. Ad Esperia ci venne in aiuto il compianto amico Professor Bruno d’Epiro, il quale ci mise a disposizione il suo archivio con la relativa documentazione, la sua conoscenza dei fatti ed i suoi libri quali “Dramma di un Popolo” e “Linea Dora”, passammo molto tempo con lui nella sua casa di Esperia ed a lui sono particolarmente riconoscente, la sua collaborazione è stata determinante nella realizzazione de “La Ciociara e le altre”.

Altre ricerche furono effettuate presso l’Archivio Centrale dello Stato, e presso molti archivi degli Istituiti della resistenza in Toscana, e proprio nella ricerca presso tali Istituti trovammo documentazione che attestava che anche numerosi “patrioti o partigiani” furono spesso abusati dai coloniali francesi.

Qualche giorno fa sei stato nominato dall’avvocato Luciano Randazzo, legale dell’Associazione, consulente storico di parte circa l’apertura del fascicolo di indagine aperto in Procura. Puoi dirci qualcosa in merito alla nomina di consulente? Sull’avvocato Randazzo, lo conosci?

Conosco l’Avvocato Luciano Randazzo dai tempi in cui scrivemmo il libro sulle “Marocchinate”, già al tempo provammo con lui a far riaprire il caso ma forse i tempi all’epoca non erano ancora maturi.
Una decina di giorni fa Luciano mi ha contattato e mi ha chiesto la disponibilità a fungere da consulente storico di parte, mi sono messo volentieri a disposizione, del resto è solo riprendere un percorso che avevamo avviato oltre venti anni fa. Sono a disposizione per quelle che sono le mie conoscenze sul tema.

Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, da anni si batte affinché sia fatta giustizia ma soprattutto venga fatta verità storica, che da più parti ancora mettono in dubbio la vicenda. Conosci Emiliano Ciotti? Come giudichi il lavoro dell’Associazione in generale e anche alla luce della denuncia presentata?

Con Emiliano Ciotti i primi contatti risalgono ad una decina di anni fa, aveva appena fondato l’ A.N.V.M. e invitò me e Sabatini ad una conferenza sulla base del nostro libro; ricordo che all’epoca causa stringenti impegni di lavoro mi fu impossibile partecipare, ma nonostante questo Emiliano volle attribuire a me e Sabatini la qualifica di Soci Onorari dell’Associazione in virtù della nostra attività di ricerca sul tema.
In questi anni di lavoro l’Associazione ed Emiliano hanno fatto un gran lavoro che si è concretizzato con quanto sta accadendo oggi.

Sulle Marocchinate, visto il tuo lungo lavoro di ricerca, e sulla denuncia presentata qual è il tuo giudizio personale? Da consulente cosa ti aspetti?

Il mio giudizio sulla denuncia presentata è senz’altro positivo, ed auspico che si possa giungere a conclamare qualcosa che storicamente si è già accertato. Ovvero le responsabilità di “Francia Libera” quindi di De Gaulle del suo Governo e dei vertici militari del C.E.F., e del Comando Militare Alleato in Italia, i quali, tutti, sapevano ciò che stava accadendo e nulla fecero per porre un freno allo scempio poi perpetrato a danno dei nostri connazionali dalla Sicilia alle porte di Firenze. Questa è la giustizia che si può e si deve ottenere 76 anni dopo il tracico svolgersi di quei fatti”.