La storia di Anita (video), ha riconosciuto in un murales il soldato tedesco che 75 anni prima le voleva portar via la madre

La storia di Anita (video), ha riconosciuto in un murales il soldato tedesco che 75 anni prima le voleva portar via la madre

28 Agosto 2018 1 Di redazione

CASSINO – Dopo 75 anni ha riconosciuto in un murales rinvenuto in una casa di Broccostella usata in tempo di guerra dai soldati tedeschi, il militare che le voleva portare via la madre. La testimonianza di Anita Nardone, 80 anni di Cassino, è di quelle che, sempre meno purtroppo, raccontano delle atrocità della guerra. La donna, lucida e spigliata, racconta come fosse ieri, ciò che ha vissuto tre quarti di secolo fa, quando ad appena 5 anni, attaccata alla gonna della madre Gina, che portava in braccio il fratello Tonino di appena due anni, cercavano scampo dai bombardamenti allontanandosi dal fronte caldo della linea Gustav che passava proprio sopra la loro casa di Caira.

Foto: Cassino WarTheatre1944#

“Eravamo solo noi tre che camminavamo in fondo ad un gruppo di sfollati diretti verso la Valle di Comino. Mio padre era partito militare e sapevamo che era stato fatto prigioniero”.

“Ci imbattemmo in tre tedeschi, due di bell’aspetto, il terzo poco piacevole sia nei modi ma anche a guardarsi. Con la maturità degli anni, capii che aveva messo gli occhi su mia madre Gina, all’epoca giovanissima e bella. Il brutto voleva che mia madre ci lasciasse lì e che andasse con loro per fare, diceva lui, faccende domestiche. A nulla sembravano servire la disperata opera di convincimento di mamma Gina fino a quando non intervennero gli altri due che ci invitarono ad allontanarci. Il brutto, frustrato da quella iniziativa, diede un colpo di scudiscio sul fianco di mia madre dove io avevo la mano. Ricordo che d’istinto gli dissi “T’ pozzn’accir”(che tu possa morire ucciso – ndr). Avevo cinque anni – quasi si giustifica Anita – non sapevo neanche il significato di quel male augurio”. Comunque la donna e i figli si allontanarono e ripresero il cammino fino a quando, il giorno dopo, percorrendo il Tracciolino, la strada che ancora oggi porta a Roccasecca. Gli Alleati minavano e facevano saltare i ponti per rallentare i rifornimenti tedeschi. “Proprio transitando su uno di questi ponti semidistrutti ci imbattemmo in una colonna tedesca che era stata investita da un’esplosione. Ricordo cadaveri e soldati agonizzanti. Ne sono certa, tra i morti c’era anche il “brutto” che aveva tentato di portare via mia madre e che mi aveva colpito con lo scudiscio”.

Dopo 75 anni quel volto è tornato davanti occhi di Anita in una circostanza inaspettata. “Qualche sera fa, ho assistito alla trasmissione Ulisse su Rai Tre condotta da Alberto Angela, che si occupava della guerra a Cassino e a Montecassino. Mostrarono le immagini di una splendida villa a Broccostella che, nel corso della seconda Guerra Mondiale, vi si erano acquartierati i tedeschi”. Durante re

Algerto Angela in un frame del programma Ulisse, con il murales

centi ristrutturazioni, i proprietari, tolto un velo di intonaco dai muri, hanno trovato disegni realizzati probabilmente da un soldato germanico con indubbie capacità descrittive, che raffiguravano in maniera dettagliata tre personaggi che avevano dimorato nella struttura. “Quando ho visto quei tre tedeschi sono rimasta senza parole”. Ha detto Anita. “Sulla parete erano stati disegnati i tre esattamente come io li ricordavo, due soldati alti e belli e lui, quello cattivo, basso e tozzo, difetti che il disegnatore aveva anche esasperato come avesse voluto prenderlo in giro. Era veramente brutto, e non solo cattivo. Ma al di là del soldato tedesco – conclude Anita – la vera bruttura di questi miei ricordi sta nella guerra e ciò che essa fa alla gente e non mi stancherò mai di raccontare le peripezie vissute da bambina per farlo capire ai più giovani”.

 Ermanno Amedei