Omicidio Vannini, la Cassazione rimanda alla Corte d’Appello. Valutare quei 110 minuti di attesa

Omicidio Vannini, la Cassazione rimanda alla Corte d’Appello. Valutare quei 110 minuti di attesa

8 Febbraio 2020 0 Di redazione

Roma – “Se Marco oggi fosse stato presente (alla lettura della sentenza della corte di Cassazione- ndr) avrebbe detto a tutti grazie per quello che state facendo e per come sostenete la mia famiglia”. Lo ha detto Marina Conte, mamma di Marco Vannini, ieri sera lasciando il tribunale. “Voglio bene a tutti. Esiste ancora un’Italia per bene”.

A piazza Cavour ieri la gente applaudiva e urlava di gioia dopo che Stefania di Tomassi,  presidente della prima sezione della corte di Cassazione ha annullato la sentenza della corte d’Appello di Roma che aveva derubricato l’omicidio di Marco Vannini commesso da Antonio Ciontoli con la complicità della famiglia, da volontario a omicidio colposo con pene che dai 15 anni di carcere sentenziati dal Primo grado di giudizio erano state ridotte a 5 anni. Un processo da rifare quello d’Appello, ma con un giudice diverso.

Il dibattimento di Ieri si è focalizzato non tanto sulla responsabilità avuta da chi, la sera del 18 maggio 2015 sparò a Marco colpendolo al fianco, ma dall’intera famiglia Ciontoli, il padre Antonio, la moglie, la figlia fidanzata di Marco e il figlio. Tutti sapevano che il 20enne era stato attinto da un colpo di pistola ma per 110 minuti non lanciarono l’allarme. E’ su quell’attesa che i giudici saranno chiamati ad esprimersi; tempo prezioso che avrebbe potuto permettere ai medici di intervenire e salvare il giovane.

Ermanno Amedei