Patrimonio da 18 milioni confiscato al clan Spada di Ostia

22 Aprile 2020 0 Di redazione

Roma – Un patrimonio da 18 milioni di euro è stato confiscato dalla guardai di Finanza di Roma al clan mafioso degli Spada di Ostia. I beni che oggi passano di proprietà allo Stato, sono quelli sequestrati nell’ottobre del 2018 e sono principalmente beni mobiliare e immobiliare riconducibile al sodalizio criminale operante nel litorale romano. Gli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Capitale hanno ricostruito le ricchezze illecitamente accumulate dagli esponenti di spicco del clan, tra i quali il capo Carmine Spada alias Romoletto, Ottavio Spada, Armando Spada, Roberto Spada e Claudio Galatioto.

Quello odierno è il prosieguo delle operazioni di polizia note con il nome di Eclissi e Sub Urbe, che hanno consentito di dimostrare come, nonostante gli indagati, oggi sotto processo per associazione mafiose dedita all’estorsione, all’usura e al traffico di droga, dichiarassero redditi modesti, investivano ingenti somme in attività commerciali e finanziarie.  

Inutili i tentativi di intestare le imprese a “prestanome”, apparentemente estranei al contesto criminale: gli accertamenti hanno infatti riguardato tutte le persone (circa 50 tra familiari e terzi) coinvolte nelle compravendite di quote societarie, effettuate fittiziamente al solo scopo di “schermare” la titolarità effettiva delle aziende. Un patrimonio illecitamente acquisito in grado, secondo gli inquirenti, di inquinare l’economia locale.

Nello specifico, si tratta del patrimonio aziendale – in tutto o in parte – di 19 società, 2 ditte individuali e 6 associazioni sportive/culturali site nel comune di Roma (per lo più ad Ostia) e operanti in svariati settori: la gestione di forni, bar, sale slot, distributori di carburanti, palestre, scuole di danza, nonché il commercio di autovetture e l’edilizia.Tra le attività confiscate, c’è anche l’associazione “Femus Boxe” che gestiva la palestra di Ostia dove, nel novembre del 2017, Roberto Spada aggredì, venendo poi condannato per lesioni aggravate dal cosiddetto “metodo mafioso”, una troupe della Rai.

Gli ulteriori beni confiscati sono costituiti da 2 immobili di Ostia e Ardea, 13 automezzi e disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali.