Con la Fidapa Bpw Italy anche Cassino si batte per il contrasto alla violenza contro le donne Giovedì 25 novembre

Con la Fidapa Bpw Italy anche Cassino si batte per il contrasto alla violenza contro le donne Giovedì 25 novembre

23 Novembre 2020 Off Di redazione

La sezione di Cassino della Fidapa Bpw Italy, come associazione femminile che si batte da sempre contro gli stereotipi per una affermazione delle donne professioniste, imprenditrici e artiste, in occasione della Giornata Internazionale per il contrasto alla violenza contro le donne, vuole lanciare ancora una volta il richiamo volto alla diffusione di una cultura del rispetto delle differenze di genere fermando ogni tipo di violenza.

Le cronache quotidiane, infatti, ci riportano costantemente ad episodi di violenza contro le donne.
L’avvento del COVID 19 e l’isolamento forzato che abbiamo vissuto in primavera, hanno messo in luce anche tutte le fragilità che derivano dall’insicurezza e dall’instabilità del lavoro riflettendosi in modo negativo sui rapporti familiari.

Non è tollerabile nascondersi dietro la gelosia, la frustrazione, il senso di possesso o altri termini concepiti per giustificare gli atti violenti compiuti contro le donne, “colpevoli” di volere la giusta affermazione delle proprie capacità e della propria libertà.

Leggiamo di tutto, non ultimo lo stupro commesso a Milano nei confronti di una modella di 18 anni.

Questo episodio riporta alla mente, tra i tanti, il massacro del Circeo per l’efferatezza con cui un uomo si avventa su una donna per dimostrare la propria supremazia considerandola un essere debole e inferiore. E ancora di più indigna il solito modo con cui vengono rappresentati i fatti da parte dei mezzi di informazione, puntando più sulla debolezza dell’aggressore che sugli effetti devastanti provocati nei confronti delle vittime, come se il ruolo di vittima fosse ribaltato.

Certo, non sono gli unici casi nel variegato mondo delle violenze, ma la crudeltà e il senso di disprezzo e dominio nei confronti delle donne fa pensare molto a quanto ci sia ancora da lottare perché drammi simili non accadano ancora. A tutto questo, aggiungiamo tutte quelle altre forme di denigrazione che con i social si stanno diffondendo, dando vita a nuove manifestazioni di violenza.

Possiamo usare tutti i vocaboli che vogliamo per indicare le forme utilizzate dai cosiddetti “leoni da tastiera”: hate speech, hate word, body shaming, cyberbullismo, sexting, grooming, revenge porn.
Parole, che alimentano in sostanza nuove forme di schiavitù on line, messe in atto da chi ha bisogno di avere visibilità e consenso attraverso un atteggiamento cinico e disinibito nascondendosi dietro una forma anonima. Questo è il panorama in cui, per usare un eufemismo, ci troviamo a “navigare”.

Ecco perché come Fidapa vogliamo affermare la necessità che le donne acquisiscano una piena consapevolezza delle proprie capacità, del non fermarsi di fronte agli ostacoli derivanti da retaggi culturali che non possono, ancora oggi, influenzare le scelte future delle nostre giovani.
Numerose le donne che, con la loro determinazione e la loro forza, sono riuscite ad affermarsi anche in campi storicamente riservati agli uomini. Sono donne che hanno dovuto affrontare difficoltà e pregiudizi, che hanno fatto scelte non sempre facili, che hanno avuto successo e sono riuscite a raggiungere obiettivi importanti. Modelli femminili a cui potersi ispirare.

Ma tante sono anche quelle donne che in silenzio e senza poter avere la visibilità che avrebbero meritato, sono riuscite a realizzare i propri sogni. Ricercatrici, fisiche, ingegnere e studiose di ogni genere, giovani donne che affrontano sacrifici, che hanno scelto studi STEM e che hanno abbandonato il proprio paese di origine per intraprendere una carriera di successo all’estero.

Anche questo è un modo per combattere la violenza contro le donne.

La cultura, l’indipendenza, l’empowerment devono essere i parametri comuni per poter dire #dobbiamofarcela piuttosto che #celapossiamofare, evitando di rassegnarci ad una eventuale possibilità, ma lottare e resistere contro le difficoltà di un mondo ancora concepito al maschile.