Omicidio Gabriel Feroleto, la madre del bimbo di 26 mesi condannata a 30 anni di carcere

Omicidio Gabriel Feroleto, la madre del bimbo di 26 mesi condannata a 30 anni di carcere

12 Novembre 2020 Off Di redazione

Cassino – Condannata a 30 anni di carcere Donatella Di Bona accusata dell’omicidio del proprio figlio Gabriel Feroleto di 26 mesi, assassinato il 17 aprile 2019 in località Volla a Piedimonte San Germano.

A pronunciare la sentenza di condanna è stato pochi minuti fa il giudice del tribunale di Cassino al termine del processo con rito abbreviato. Accolta, la richiesta del pubblico ministero che nella requisitoria aveva prospettato una condanna a 30 anni.

Il bambino era figlio della donna e di Nicola Feroleto. L’uomo è sposato con un’altra donna e aveva avuto il figlio, riconoscendolo e dandogli il nome, dalla Di Bona. Quel pomeriggio si erano incontrati e, secondo l’accusa, per placare i capricci del piccolo che voleva tornare a casa, la madre gli avrebbe chiuso la bocca e il naso con la mano fino a soffocarlo. Tutto questo avveniva alla presenza dell’uomo che, secondo l’accusa, non è intervenuto nell’omicidio ma non ha fatto nulla per impedirlo.

Per questo è sotto processo in corte d’assise con rito ordinario per concorso in omicidio pluriaggravato e la sua posizione si definirà con la sentenza prevista per il 20 novembre. Costituiti come parti civili contro Nicola Feroleto, assistiti dagli avvocati Giancarlo Corsetti e Alberto Scerbo, sono la nonna e lo zio di Gabriel, rispettivamente la madre e il fratello di Di Bona.

“Accogliamo la decisione del dottor Di Croce, che ha aderito alle richieste della pubblica accusa in punto di estrema gravità del fatto, fornendo una risposta sanzionatoria di assoluto rilievo che fa giusta applicazione del diritto oggettivo in base agli elementi di prova in atti”. E’ il commento congiunto degli avvocati Corsetti e Scerbo. “Certamente una sentenza che ripristina l’argine della legalità, violato da un fatto intollerabile la cui gravità umana e spirituale è inesprimibile”.

Ermanno Amedei