Emergenza rifiuti in Ciociaria, il Cassinate chiama in causa la Regione Lazio

Emergenza rifiuti in Ciociaria, il Cassinate chiama in causa la Regione Lazio

23 Ottobre 2021 Off Di redazione

Da alcuni giorni i comuni della provincia di Frosinone non raccolgono più il residuo secco indifferenziato dei rifiuti, il cosìddetto indifferenziato, dopo che lo stabilimento Saf di Colfelice ne ha annunciato il blocco dei conferimenti: infatti, il valore dello zinco riscontrato nel prodotto finale, quello che sarebbe poi destinato alle discariche o al termocombustore di San Vittore del Lazio, è troppo altro. Lo stabilimento in questione rientra nel piano regionale per i rifiuti del Lazio, che, nell’ultima ordinanza a firma dell’amministrazione regionale prevede che a Colfelice si conferiscano 140 tonnellate di rifiuti al giorno. Rifiuti che arrivano anche da Latina e da Roma. La Saf ha fatto sapere che la lavorazione, e quindi i conferimenti, riprenderanno in data da destinarsi; quando saranno ripristinati i giusti valori dello zinco, oppure quando verrà individuato uno stabilimento che possa lavorare il prodotto della Saf nonostante gli elevati valori di zinco. Tra questi sembra essere stato individuato un termocombustore a Brescia che, però, ha un costo a tonnellata di molto superiore oltre, ovviamente, al costo per portare i rifiuti in loco. Il perdurare del blocco dell’impianto Saf mette in crisi il sistema di smaltimento dei rifiuti nei 91 comuni del frusinate. Per questo A 48 ore dallo stop al conferimento di rifiuti indifferenziati, la Consulta dei Sindaci del Lazio Meridionale convocata d’urgenza e presieduta da Enzo Salera, scrive alla Regione Lazio.

L’obiettivo è venir fuori dall’impasse dovuta al blocco dei conferimenti dalla Saf di Colfelice.

Al termine della riunione convocata dal primo cittadino di Cassino nella sala Restagno, i sindaci del territorio hanno condiviso all’unanimità un documento, fatto recapitare al Governatore Nicola Zingaretti, all’Assessore al Ciclo dei Rifiuti Massimiliano Valeriani, alla direzione regionale, alla Prefettura di Frosinone e naturalmente alla società guidata da Achille Migliorelli.

I primi cittadini chiedono che la Regione adotti “strumenti ed eventualmente poteri extra ordinem”, per individuare “l’impianto ove destinare quei rifiuti che al momento non possono essere trattati dalla Saf”. Lo scopo, naturalmente, in attesa che l’impianto di Colfelice riapra i battenti ai conferimenti della frazione indifferenziata (previsti tra 10-15 giorni) è “consentire una pronta ed effettiva soluzione dell’emergenza e scongiurare problematiche igienico-sanitarie e pericoli per la salute pubblica”.

Nel documento inoltre, i primi cittadini hanno evidenziato a chiare lettere che ritengono “superfluo rammentare quanto l’intera Provincia di Frosinone abbia per lunghi anni contributo alla risoluzione immediata delle varie situazioni emergenziali verificatesi in altre Province” sia “attraverso la discarica di Roccasecca, sia attraverso il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio”. Ma anche, e “soprattutto, attraverso il supporto di Saf che, più volte e per lungo tempo, ha contribuito in modo decisivo al degenerare di situazioni emergenziali che hanno coinvolto altri territori ed altri Comuni” come avvenuto, in tempi recentissimi, per “le Provincie di Latina e Roma”.