RECUPERATI DAGLI ABISSI. Nuovi percorsi di archeologia di comunità con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo

RECUPERATI DAGLI ABISSI. Nuovi percorsi di archeologia di comunità con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo

5 Febbraio 2022 Off Di Dante Sacco

TARANTO. Giovedì 10 febbraio,sarà inaugurato il laboratorio di restauro aperto presso la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo nella sede operativa del complesso architettonico di Sant’Antonio in via Viola a Taranto. Negli spazi, dedicati a laboratorio di restauro aperto al pubblico, si potrà vivere l’esperienza diretta del restauro delle ceramiche del relitto alto arcaico del canale di Otranto. Del rinvenimento, che ha di certo contribuito ad una nuova rilettura dei traffici commerciali e culturali nel Mediterraneo in età arcaica, una nota della Soprintendenza precisa di fatti che”il relitto, datato alla prima metà del VII sec. a.C., è stato individuato nel Canale di Otranto a 780 m di profondità durante le operazioni per la realizzazione del gasdotto della TAP (Trans Adriatic Pipeline). In particolare il relitto ha restituito tre anfore corinzie di tipo A, dieci skyphoi e quattro hydriai tutti di produzione corinzia, tre oinochoai trilobate in ceramica comune e una brocca di impasto grossolano, forma comune a Corinto. Un pythos frammentario conserva al suo interno skyphoi impilati in pile orizzontali ordinate di cui se ne contano almeno 25 integri oltre a frammenti di altre coppe. Questo materiale conservato presso il laboratorio di restauro della Soprintendenza testimonia le fasi più antiche del commercio tra la Magna Grecia e la madre patria”. Alla luce dell’importanza del carico di ceramiche individuato e in parte recuperato dai fondali, l’evento proposto ben si uniforma alla nuova visione di turismo di prossimità legata alle destinazioni culturali e in linea con la Convenzione di Faro che sottolinea gli aspetti rilevanti del patrimonio culturale in relazione ai diritti umani e alla democrazia promuovendo una comprensione più ampia del patrimonio culturale soprattutto in relazione con le comunità locali e la società. In tal modo non solo sarà possibile entrare nel mondo degli addetti ai lavori, comprendere quanto accade dal momento del rinvenimento di un bene archeologico fino alla musealizzazione, ma seguire altresì le attività di conoscenza e tutela in atto, di pari passo con le operazioni di restauro che consentiranno, come nel caso del Relitto di Otranto, di acquisire e organizzare i dati della ricerca in una prospettiva di più ampia e virtuosa conoscenza del patrimonio subacqueo. Non a caso la Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo sancisce la tutela del patrimonio culturale sommerso, in quanto parte integrante del patrimonio culturale dell’Umanità, in conformità degli stessi principi generali previsti per il patrimonio archeologico nel sottosuolo. Tali principi, ribaditi e ampliati in tale e fondamentale strumento giuridico internazionale, trovano chiara applicazione nella buona pratica dell’ inaugurazione dei laboratori di restauro aperto e nell’apertura di questi nuovi percorsi di archeologia di comunità per avvicinare i depositi archeologici ai cittadini e al territorio. L’obiettivo prefissato è chiaro e coincide, allo stesso modo superandone i limiti, con quanto già ampliamente affrontato in congressi svolti nelle sedi Ministeriali ove si chiarisce come “i beni archeologici sono un patrimonio comune: raccontano la storia da cui veniamo e ci ricordano chi siamo. Spesso, però, conosciamo poco anche quelli più vicini a noi, nonostante il costante e meritorio impegno di istituzioni, studiosi e volontari che si occupano di divulgarli, valorizzarli e renderli accessibili”. Di fatti nel caso di Taranto e dell’evento “Recuperati dagli abissi” l’accessibilità e fruibilità saranno garantiti con lo scopo della tutela, studio e narrazione comune di quanto consapevolmente recuperato dalla istituzione culturale che è l’unica responsabile della gestione dei beni archeologici riferibili al patrimonio culturale sommerso.

INFO E CONTATTI:

L’evento è previsto  tutti i giovedì dalle ore 10.00 alle 16.30 fino alla conclusione delle attività di restauro.I cittadini e gli operatori culturali interessati possono accreditarsi  contattando la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo ai seguenti contatti:

Tel. +390994551561

Mob.  +39 3927510743

Mail: maddalena.biasi@beniculturali.it

LINK DI RIFERIMENTO:

https://www.ilpuntoamezzogiorno.it/2021/10/patrimonio-subacqueo-coppe-da-vino-e-olive-raccontano-il-commercio-nel-mediterraneo-agli-albori-della-magna-grecia/

https://www.patrimoniosubacqueo.it/il-relitto-alto-arcaico-del-canale-di-otranto/

https://www.unesco.beniculturali.it/patrimonio-subacqueo-2001/

https://storico.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1752124008.html