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Il sindacato di polizia contro la “legge bavaglio”

“Anche in questa provincia serve una mobilitazione generale contro il DDL intercettazioni, contro un provvedimento che, non solo impedirebbe di svolgere al meglio le indagini sulla criminalità e i corrotti, ma imbavaglierebbe la stampa, creando un pericoloso vulnus alla democrazia”.
A dichiararlo è Marco Galli, membro del Direttivo Nazionale del SILP per a CGIL, il sindacato della polizia di Stato.
“Una norma di inaudita gravità che colpirebbe la libertà ed il diritto dei cittadini ad essere informati puntualmente e non quando può far comodo a criminali e corrotti. Una legge che impedirebbe il giornalismo di inchiesta, già duramente colpito per l’atteggiamento dei grandi editori che non tollerano le verità, e le notizie senza filtro. Occorre, pertanto, una mobilitazione dei magistrati, dei lavoratori di polizia, dei cittadini e, soprattutto, dei giornalisti, cui questa norma di regime si rivolge, per addomesticarli e rendere il mondo dell’informazione docile ai voleri dei potenti. Non bisogna pensare che ci sia qualcuno a portare avanti questa battaglia per conto di altri, ma occorre la consapevolezza che tutti siamo coinvolti perché tutti potremmo essere vittime di questo provvedimento legalicida e liberticida. Questa è una provincia che da anni è sotto una cappa di silenzio sulle questioni legate alla criminalità mafiosa ed alla corruzione, salvo pochi giornalisti che hanno avuto il coraggio di parlare e denunciare ciò che i rappresentati istituzionali e la politica non volevano che si dicesse. Questa è una provincia ferita dal problema delle discariche illegali, inquinata da veleni che provocano livelli di incidenza del cancro notevolmente superiori alla media nazionale; un territorio che, purtroppo, potrebbe riservarci ulteriori drammatiche sorprese per ciò che negli anni passati è accaduto, ossia, lo sversamento di tonnellate di rifiuti di ogni genere in siti ancora sconosciuti. Questo è il territorio scelto dalla mafia casertana per riciclare il danaro proveniente proprio dal ciclo illecito dei rifiuti. Possiamo tollerare i silenzi di rappresentanti istituzionali pavidi, se c’è la speranza che la stampa possa comunque raccontare i fatti e la magistratura e le forze di polizia possano continuare ad indagare. Non è immaginabile pensare ad un luogo ove rappresentanti istituzionali meschini si trincerino dietro un vergognoso mutismo e non ci sia neppure la possibilità di sperare nel lavoro degli investigatori e nelle parole di una stampa libera. Questo territorio non è un’oasi, questo territorio va riconquistato e liberato da chi vuole utilizzarlo per arricchirsi nell’illegalità e, per questo, anche noi, adesso, dalla Ciociaria abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce, a prescindere dal colore politico e altre possibili differenze, contro il DDL sulle intercettazioni che altro non è che una legge bavaglio, un provvedimento mortifero per la convivenza civile”.

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