Il sindacato di polizia contro la “legge bavaglio”

1 Luglio 2010 0 Di redazione

“Anche in questa provincia serve una mobilitazione generale contro il DDL intercettazioni, contro un provvedimento che, non solo impedirebbe di svolgere al meglio le indagini sulla criminalità e i corrotti, ma imbavaglierebbe la stampa, creando un pericoloso vulnus alla democrazia”.
A dichiararlo è Marco Galli, membro del Direttivo Nazionale del SILP per a CGIL, il sindacato della polizia di Stato.
“Una norma di inaudita gravità che colpirebbe la libertà ed il diritto dei cittadini ad essere informati puntualmente e non quando può far comodo a criminali e corrotti. Una legge che impedirebbe il giornalismo di inchiesta, già duramente colpito per l’atteggiamento dei grandi editori che non tollerano le verità, e le notizie senza filtro. Occorre, pertanto, una mobilitazione dei magistrati, dei lavoratori di polizia, dei cittadini e, soprattutto, dei giornalisti, cui questa norma di regime si rivolge, per addomesticarli e rendere il mondo dell’informazione docile ai voleri dei potenti. Non bisogna pensare che ci sia qualcuno a portare avanti questa battaglia per conto di altri, ma occorre la consapevolezza che tutti siamo coinvolti perché tutti potremmo essere vittime di questo provvedimento legalicida e liberticida. Questa è una provincia che da anni è sotto una cappa di silenzio sulle questioni legate alla criminalità mafiosa ed alla corruzione, salvo pochi giornalisti che hanno avuto il coraggio di parlare e denunciare ciò che i rappresentati istituzionali e la politica non volevano che si dicesse. Questa è una provincia ferita dal problema delle discariche illegali, inquinata da veleni che provocano livelli di incidenza del cancro notevolmente superiori alla media nazionale; un territorio che, purtroppo, potrebbe riservarci ulteriori drammatiche sorprese per ciò che negli anni passati è accaduto, ossia, lo sversamento di tonnellate di rifiuti di ogni genere in siti ancora sconosciuti. Questo è il territorio scelto dalla mafia casertana per riciclare il danaro proveniente proprio dal ciclo illecito dei rifiuti. Possiamo tollerare i silenzi di rappresentanti istituzionali pavidi, se c’è la speranza che la stampa possa comunque raccontare i fatti e la magistratura e le forze di polizia possano continuare ad indagare. Non è immaginabile pensare ad un luogo ove rappresentanti istituzionali meschini si trincerino dietro un vergognoso mutismo e non ci sia neppure la possibilità di sperare nel lavoro degli investigatori e nelle parole di una stampa libera. Questo territorio non è un’oasi, questo territorio va riconquistato e liberato da chi vuole utilizzarlo per arricchirsi nell’illegalità e, per questo, anche noi, adesso, dalla Ciociaria abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce, a prescindere dal colore politico e altre possibili differenze, contro il DDL sulle intercettazioni che altro non è che una legge bavaglio, un provvedimento mortifero per la convivenza civile”.