“Festa del sacrificio” in campo Miranda, “Pregare e festeggiare rallegra l’animo e tonifica il cuore”

“Festa del sacrificio” in campo Miranda, “Pregare e festeggiare rallegra l’animo e tonifica il cuore”

1 Settembre 2017 0 Di Felice Pensabene

Cassino – Come da tradizione consolidata una parte di campo Miranda ha ospitato, anche quest’anno, la “Festa del sacrificio”. Una parte del parcheggio di via Verdi, infatti, si è trasformata, per qualche ora, in luogo di incontro e di preghiera per la comunità islamica cassinate. Puntuali i fedeli si sono radunati per la Ê¿Ä«d al-aḍḥā, la Festa del sacrificio una delle ricorrenze più importanti per i musulmani. Si tratta della seconda festività più rilevante dell’anno islamico. Un momento di preghiera e di festa: i fedeli parteciperanno in abiti bianchi, rievocando il pellegrinaggio alla Mecca. Un momento di preghiera che si ricollega al ricordo delle prove che sarebbero state superate dal profeta IbrāhÄ«m e dalla sua famiglia, formata nel caso specifico da Hāgar e dal loro figlio Ismaele/Ismāʿīl. Una ricorrenza, che ricorda un altro sacrificio, molto più vicina a noi ed al mondo ebraico, di quanto si possa pensare. La “Festa del sacrificio”islamica trae origini, infatti, da quello di Abramo/IbrāhÄ«m, che in obbedienza al disposto divino di sacrificare il figlio Ismaele a Dio, venne fermato dall’Angelo. I musulmani sacrificano, come Abramo, un animale fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide e la carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i familiari, mentre la seconda va conservata e consumata in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità, che non hanno i mezzi economici per acquistarla. È per eccellenza la festa della fede e della totale e indiscussa sottomissione a Dio (islām). Una cerimonia semplice, ma profondamente sentita dal mondo musulmano in genere e da quello cassinate, che quest’anno si è arricchita di un ulteriore elemento significativo e di rispetto con la cittadinanza della Città Martire e italiana in generale, il sermone è stato tenuto oltre che in lingua araba anche in italiano.”Pregare e festeggiare rallegra l’animo e tonifica il cuore – ha  sottolineato Massimiliano Badr Evangelista, presidente del Centro islamico culturale La luce di Cassino e del CAIL, coordinamento associazioni islamiche del Lazio. Un ringraziamento va – ha proseguito Evangelista –  ai mediatori volontari del centro islamico culturale “La Luce” che hanno lavorato per la riuscita dell’evento, grazie  alle forze dell’ordine garanti della sicurezza di tutti, all’amministrazione comunale e alla città e ai cittadini di Cassino che noi tutti amiamo”. Un chiaro segno che l’islam è religione di pace, non fanatismo e terrorismo a cui, purtroppo, negli ultimi tempi troppo spesso è stato associato. Un momento quello che si è svolto questa mattina in campo Miranda, che esprime il lento, ma inevitabile, processo di integrazione civile della comunità islamica cassinate con il resto dei cittadini!

F. Pensabene