I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono al Museo Civico di Fondi due teste in marmo rubate 41 anni fa

I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono al Museo Civico di Fondi due teste in marmo rubate 41 anni fa

3 Luglio 2021 Off Di redazione

Fondi – Due teste in marmo sono state restituite oggi pomeriggio al Sindaco di Fondi Beniamino Maschietto, da parte del Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, asportate il 3 gennaio 1980 e riconosciute dell’ex direttore del Museo dott. Alessandro De Bonis.

La restituzione ha avuto luogo nella sala consiliare del Comune di Fondi alla presenza del Nuovo Direttore del Museo Civico di Fondi Alfredo Moraci e del capitano Francesco Vivona, Comandante della Compagnia Carabinieri di Terracina.

Testa in marmo “Testa Maschile” – IV sec. a.C. Testa in marmo “Viso Maschile” – IV sec. a.C.
Inserita nel Bollettino delle Ricerche nr. 9, pag. 14 Inserita nel Bollettino delle Ricerche nr. 9, pag. 17
L’attività investigativa che ha consentito il recupero delle due opere archeologiche coordinata in principio dalla Procura di Napoli, prende spunto da mirati approfondimenti finalizzati ad accertare violazioni illecite commesse ai danni del Palazzo D’Avalos di Napoli, di proprietà dell’omonima famiglia rappresentante di una delle casate più importanti del Regno di Napoli a partire dal XV secolo.
Sono stati così recuperati numerosi beni che erano stati illecitamente sottratti, tra cui spicca l’intero patrimonio archivistico composto da più di 800.000 documenti, insieme a numerosi reperti archeologici.
Nel corso delle indagini mirate al reperimento di questi ultimi, l’attenzione degli investigatori si è concentrata su un noto mercante toscano. Le successive indagini, coordinate dalla Procura di Firenze, hanno permesso di accertare che il commerciante citato era in possesso, tra le altre cose, delle due teste asportate 41 anni fa. Sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati all’identificazione della “catena” di venditori.
Per l’individuazione dei beni è risultata di fondamentale importanza la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, gestito dal Comando TPC.
Oggi, grazie al lavoro dei militari dell’Arma, tornano alla fruizione pubblica, presso il Museo Civico di Fondi (LT), due importanti beni culturali ricercati da oltre 41 anni.