Tra siccità, peste suina e rincari, Perfili (Cia Lazio): serve tavolo regionale per salvare settore agricolo

Tra siccità, peste suina e rincari, Perfili (Cia Lazio): serve tavolo regionale per salvare settore agricolo

21 Giugno 2022 Off Di redazione

Lazio – “Le continue emergenze che si sovrappongono stanno facendo saltare tutti i punti di riferimento nel settore agricolo”. Lo si legge in una nota di Cia Lazio. La persistente siccità “aggravata dalle continue ondate di caldo rischia di pregiudicare i raccolti e il reddito che da questi ne deriva. Il comparto zootecnico è in ginocchio -si legge ancora-, così come quello cerealicolo, fiaccati dall’aumento raddoppiato e in alcuni casi triplicato dei costi di sementi, foraggi e fertilizzanti.

Tutto costa di più, plastiche, ferro e, soprattutto, l’energia elettrica e i carburanti indispensabili alla produzione: per l’attingimento e l’irrigazione, per le serre, per le centraline di trasformazione, per le celle frigorifere ed altro.

Per compensare l’aumento dei costi di produzione bisognerebbe raddoppiare i prezzi al produttore e invece gli unici aumenti che si rilevano sono quelli dei prodotti venduti al dettaglio sui banchi dei supermercati. La carenza di disponibilità di lavoratori agricoli richiede un intervento immediato che vada ad aumentare delle quote di ingresso. Le misure per il contenimento della Peste suina africana mandano in default il settore suinicolo e il suo indotto”.

“La crisi sta colpendo i consumatori -si legge ancora nella nota- in maniera così forte che già si avverte una sensibile contrazione dei consumi che riduce fortemente la domanda di prodotto. Il mondo agricolo non si è mai tirato indietro quando c’era una situazione difficile da recuperare, oggi la situazione è cambiata, le emergenze si susseguono senza sosta sovrapponendosi.

È necessario -continua Cia Lazio- un intervento urgente della politica per dare un segnale tangibile che rafforzi le componenti delle filiere che risultano contrattualmente più deboli ed esposte alla volatilità dei prezzi. Senza questo segnale l’agricoltura nel Lazio ne uscirà indebolita e ridotta”. Per questo la Cia del Lazio “chiede l’apertura di un tavolo di confronto con le istituzioni regionali al fine di discutere le possibili soluzioni in grado di arginare la terribile crisi e far uscire le imprese da questo stato di continua emergenza che sta mettendo a dura prova un’agricoltura regionale già fortemente debilitata. È necessario dare respiro e speranza all’agricoltura laziale non solo con i ristori immediati per i danni che le calamità stanno infliggendo al settore ma con una visione strategica a medio e lungo termine che adotti misure e azioni tese a semplificare, velocizzare, ridurre al minimo le possibilità di intervento emergenziale”.

“Abbiamo bisogno di interventi, non di mere enunciazioni”. Così nella nota il presidente della Cia del Lazio Argeo Perfili. “Gli interventi devono essere certi e veloci, non basta dichiarare lo stato di calamità, – ha proseguito Perfili – soprattutto non serve se i ristori arrivano dopo due o tre anni”.

Bisogna che la Regione Lazio si coordini con governo e UE per sostenere il settore oggi più a rischio di tutti; un settore, vogliamo ricordarlo, che insieme a moda e design, funge da traino per l’immagine dell’Italia all’estero e contribuisce in maniera determinante all’affermazione del Made in Italy nel mondo”.