Delio Rossi e l’aggressione a Liajic, l’ex massaggiatore del Barletta ricorda: “Così gli salvai l’orecchio”

4 Maggio 2012 0 Di redazione

Ha fatto più clamore della papera di Buffon che ha costretto la Juve al pareggio, Delio Rossi, il mite ma energico ex allenatore della Fiorentina, con quei colpi inferti al suo giocatore Liajic che, non gradendo la sostituzione, domenica scorsa avrebbe proferito gravi e inaccettabili offese alla famiglia del suo mister. Un fatto che ha aperto un forte dibattito tra chi è contro le aggressioni a prescindere e chi, invece, ritiene che di fronte a quelle offese, è comprensibile anche una reazione violenta. Una reazione che Rossi ha pagato a caro prezzo sia perdendo la panchina dei viola, ma anche con una squalifica di tre mesi, oltre alle minacce del padre del giocatore che intende denunciarlo. Eppure chi lo conosce descrive Delio Rossi come una persona molto equilibrata. Sebastiano Lavecchia, storico massaggiatore del Barletta Calcio (oltre mille presenze ufficiali sui campi di calcio di serie C e serie B), ricorda di averlo conosciuto da calciatore. “Era un vero mastino della difesa, duro e aggressivo, nel Foggia di Mister Zeman”. Lavecchia ricorda anche un aneddoto singolare: “Era il campionato di calcio di serie C 1985/’86 e nel corso di un infuocato derby Barletta Foggia, in campo si evidenziarono gli scontri tra Delio Rossi e l’attaccante barlettano Giampiero Alivernini. Non ci furono esclusioni di colpi fino a che il direttore di gara li allontanò anzitempo dal terreno di gioco, con un cartellino rosso. Conoscendo il carattere di Alivernini, mi precipitai a seguirli lungo il corridoio che portava agli spogliatoi. La zuffa, lì, fu violenta. Rossi dovette cedere all’aggressività di Alivernini e io intervenni per difendere il difensore foggiano che stava per avere la peggio rimettendoci un orecchio. Riuscii a divincolarli e lo vidi rincuorato quando capì che avevo preso le sue difese accompagnandolo fino allo spogliatoio ospite. Momenti concitati e non ebbe tempo di ringraziarmi. Qualche anno dopo, per caso, lo rincontrai nell’ospedale di Chieti nel periodo in cui era allenatore del Pescara, ci salutammo e ricordammo insieme quello spiacevole episodio. Fu allora che mi ringraziò per avergli salvato l’orecchio dimostrandomi il suo animo pacato. Mi ha stupito la sua reazione domenica in campo a Firenze – conclude Lavecchia – ma se è vero quanto si dice a proposito del tenore delle offese proferite da Liajic, condanno comunque il gesto violento ma comprendo meglio la vicenda e, al padre del giocatore che sostiene di voler denunciare Rossi, dico che avrebbe fatto meglio ad educare il figlio”.
Ermanno Amedei