Omicidio Rea, spunta una seconda sim. Cosa nascondeva Melania?

22 Aprile 2011 1 Di redazione

Incontri e summit, sopralluoghi, ascoltato e riascoltata la versione del marito, gli inquirenti che stanno lavorando al caso del terribile omicidio di Carmela Melania Rea, sembrano non voler lasciare nulla al caso. Le 35 coltellate che hanno tolto la vita alla mamma 29enne originaria di Napoli, ma residente ad Ascoli con il marito e la figlia di 18 mesi, devono essere associate ad un nome, quello dell’assassino. La donna era scomparsa lunedì pomeriggio mentre era nel parco di Colle San Marco. Il suo corpo è stato rinvenuto due giorni dopo grazie ad una telefonata anonima fatta da una cabina del centro di Teramo, sul versante abruzzese del parco a distanza di alcuni chilometri dal luogo della scomparsa. Oltre alle coltellate anche una siringa nel petto e alcuni graffi da sembrare una svastica sulla coscia. Il medico legale, avrebbe ricondotto la morte a circa dieci ore dalla sparizione. Ciò significa che Melania è rimasta in balia del suo carnefice per 10 ore. Inoltre le coltellate sferrate probabilmente con un serramanico, sono continuate anche dopo la morte. Delitto d’impeto si dice, quindi non programmato. Ma da chi. Intanto, mentre la competenza territoriale del caso passa da Teramo, dove è stato ritrovato il cadavere, ad Ascoli, dove a quanto sembra è stato commesso il delitto, spunta una seconda sim della donna. Era contenuta nel telefonino rinvenuto. Una sim nascosta, quindi. Che cosa nascondeva Melania.