Convegno Alta Valle del Sacco: opportunità e difesa del territorio

9 Novembre 2011 0 Di redazione

Dall’Ufficio stampa Retuvasa (Rete per la tutela della Valle del Sacco) riceviamo e pubblichiamo:
Il Convegno “Alta Valle: sviluppo sostenibile, tutela del paesaggio, difesa del territorio”, tenutosi lo scorso 5 novembre presso la sala consiliare del comune di Olevano Romano (relatori: Maria Antonella Licopoli, Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio; Rosa Maria Chimisso, Rete per la Tutela della Valle del Sacco; Bruno Renzi, Presidente Associazione naturalistica “Orchidea”; Giuliano Milana, Cooperativa Alcedo; Fabio Magliocchetti, Legambiente; Francesco Magnosi, autore del Libro “Diritto al Paesaggio – tutela, valorizzazione, vincolo ed autorizzazione”; Francesca Litta, Segretaria della Condotta Slow Food Territori del Cesanese) è perfettamente riuscito nell’intento di offrire notevoli spunti di riflessione al numeroso pubblico intervenuto e agli stessi relatori, nel contesto di un confronto sulle dinamiche storiche e attuali relative alla modificazione del paesaggio e del territorio dell’Alta Valle del Sacco, che richiedono una lucida capacità di scelta per programmare il futuro in chiave sostenibile.

Rimarchiamo positivamente il non sottrarsi al confronto di alcuni rappresentanti degli enti locali, i sindaci di Olevano Romano e Genazzano, che hanno presentato concezioni di programmazione territoriale condivisibili e non.

La Rete per la Tutela della Valle del Sacco, in sintonia con le altre associazioni ambientaliste, propone di accantonare l’obsoleto modello di sviluppo basato sull’industrializzazione e le infrastrutture ad alto impatto ambientale, fallimentare tanto in termini economici quanto di qualità della vita, eppure riproposto dalle istituzioni con progetti quali l’aeroporto di Frosinone e la centrale turbogas di Colleferro, unitamente a un ciclo dei rifiuti insensato e contrario alle direttive europee, con gravi conseguenze in termini economici, ambientali e di salute sulla popolazione della Valle del Sacco.

Riteniamo opportuno, come già proposto nella nostra piattaforma programmatica nel 2010 e condiviso dalle altre associazioni, distinguere due macroaree della Valle del Sacco, da concepire non solo in termini storici e geografici, ma di futura sinergia delle comunità locali, accomunate da analoghe potenzialità e criticità socio-economiche e ambientali. L’Alta Valle del Sacco, sostanzialmente incontaminata, che presenta caratteristiche di particolare pregio in termini ambientali, paesaggistici ed enogastronomici; la Media e Bassa Valle del Sacco, da Colleferro in poi, in cui l’industrializzazione selvaggia ha prodotto una certa ricchezza e occupazione, oggi in piena crisi, al prezzo delle note criticità ambientali e sanitarie e dell’indebolimento dei grandi valori e potenzialità in termini di agricoltura e turismo d’arte. Potenzialità da riscoprire e valorizzare, insieme al rilancio dell’industria in chiave di risanamento ambientale e green economy, in particolare attraverso la promozione degli ecodistretti industriali e percorsi di archeologia industriale sul “modello Ruhr”.

Tra le due macroaree, una delicata cerniera, il Comune di Paliano con la Selva e il suo comprensorio. Secondo Retuvasa, l’istituzione e la promozione del Monumento naturale de La Selva di Paliano-Mola dei Piscoli da parte della Regione Lazio e del Comune di Paliano aprono importanti prospettive in chiave di sviluppo sostenibile per il territorio di Paliano e, potenzialmente, di tutta l’Alta Valle. D’altra parte, le edificazioni previste dalla Variante urbanistica parziale al PRG per l’individuazione di zone turistico-recettive, approvata dal Comune di Paliano il 18.03.11, continuano ad apparirci eccessive e inopportune.

Il Monumento naturale, anche nelle intenzioni dei suoi promotori, potrebbe saldarsi opportunamente con altre potenzialità dell’Alta Valle, la Strada del Cesanese, i borghi storici, le produzioni agricole, il prezioso paesaggio collinare. Elementi che le amministrazioni e le parti attive in gioco possano rendere pregio e vanto di un territorio che, almeno fino a poco tempo fa, non ha valorizzato le sue ricchezze. Va evitato l’errore di appiattirsi sull’ “effetto Magic Rainbow”. Un parco giochi non può essere l’unico attrattore turistico, con il rischio di produrre flussi di visitatori non dinamici verso le aree circostanti, come Eurodisney a Parigi.

Sul fronte della mobilità, secondo tutte le associazioni, anche per l’Alta Valle del Sacco vale quanto misconosciuto dalle linee guida de facto dell’attuale politica di trasporto regionale: la necessità di potenziare il trasporto pubblico, su rotaia e su gomma. Bisogna evitare di riproporre infrastrutture inutili e paesaggisticamente devastanti come l’asse stradale Ponte Orsini-Colleferro. Mentre il presunto valore economico-sociale dell’opera non risulta affatto chiaro, a fronte delle cospicue risorse richieste per realizzare un progetto che ha già incontrato rilevanti difficoltà nel suo iter, risulta evidente che esso si tradurrebbe in una ferita indelebile alle nostre colline. Appare casomai più urgente e opportuno valorizzare e mettere in sicurezza la via Palianense o la strada di collegamento Genazzano-Valmontone, oppure destinare risorse alla prevenzione del dissesto idrogeologico.

Appare infine necessaria, anche nell’Alta Valle del Sacco, una democrazia autenticamente partecipativa, con maggiore informazione e conseguente coinvolgimento della popolazione nelle scelte delle amministrazioni locali, anche attraverso l’utilizzo di strumenti come i referendum consultivi.