Nella giungla del settore delle onoranze funebri, AIFAM chiede una legge regionale in Abruzzo

22 Maggio 2012 0 Di redazione

Chiedono una legge capace di regolamentare un settore delicato come quello in cui operano le imprese funebri. Si sa, dove non ci sono regole, o meglio, dove ci sono, ma non sono ben definite, si rischia di lasciare interi settori in mani poco sicure. Le vicende di Milano, dove si erano costituite vere organizzazioni dedite al raket del “Caro Estinto”, ne sono la prova più concreta.
“L’AIFAM (Associazione delle Imprese Funebri di Abruzzo e Molise) da tempo si batte per la tutela degli interessi della categoria ed allo stesso tempo di tutti i cittadini, ben sapendo che il momento del dolore rende particolarmente fragili e dunque a rischio di imbattersi in soggetti inaffidabili che, non è raro il caso, hanno come obiettivo il solo lucro utilizzando tecniche di concorrenza scorrette, quando non squallide, del tutto irrispettose dei diritti e dei sentimenti di chi ha appena perduto una persona cara, offrendo così del concetto di libera concorrenza la peggiore delle interpretazioni, quella cioè della giungla dove sopravvive solo il più feroce”. A parlare è Paolo Rullo Segretario AIFAM.
“Fortunatamente, la maggioranza degli operatori del settore è costituita da persone serie, che operano
con coscienza e consapevolezza del delicato ruolo e della responsabilità che il lavoro comporta.
Tuttavia, la totale assenza di regole consente l’accesso al mercato a chiunque, non tutelando i dolenti, né gli imprenditori veri, che si trovano così in balia di soggetti senza scrupoli che nulla hanno a che vedere con l’Onoranza Funebre.
Per questa ragione, AIFAM da tempo preme sulle autorità competenti regionali per una più attenta regolamentazione del settore che passi attraverso il riconoscimento della specifica e peculiare professionalità di chi opera in questo particolarissimo ambito e dunque precluda l’accesso ai soggetti sprovvisti di comprovati percorsi formativi.
Lungi dal richiedere ingiustificate barriere all’accesso, AIFAM si batte perché, quantomeno al pari di altre categorie di imprenditori o artigiani che operano in settori molto meno sensibili, l’accesso all’attività delle Onoranze Funebri sia riservato a quei soggetti in grado di garantire, ai clienti prima ancora che allo Stato, un‘adeguata qualificazione professionale.
Altrettanto è a dirsi per l’altro fronte su cui l’AIFAM da anni lotta, quello della “BUROCRAZIA”, con ciò intendendosi quella lunga serie di attività di carattere non sanitario ma meramente amministrativo che, al pari di altri settori in Italia, rende lo svolgimento del servizio difficoltoso ed irto di insidie e, in caso di imperfetta comunicazione tra i vari enti interessati, può trasformare un momento di intimo dolore in un vero e proprio calvario per il cittadino, prima ancora che per l’Impresa delegata al loro espletamento.
La cronaca si occupa dell’Onoranza Funebre solo per denunciare i vari “racket del caro estinto” che si esplicano nella costituzione di cartelli d’imprese che a danno di tutte le altre ottengono posizioni di vantaggio grazie alla corruzione di infedeli e squallidi operatori di pubbliche istituzioni, emblematico è il caso dell’Ospedale San Raffaele di Milano dove la moglie dell’amministratore delegato era titolare di un impresa funebre con gli uffici dentro l’ospedale, questa famiglia faceva profitti sulla salute delle persone sia nel bene che nel male con un tetro e orribile conflitto d’interesse, nell’indifferenza delle istituzioni, delle procure e della politica.
Un modo per attenuare queste orribili pratiche è consentire agli operatori onesti di strutturalizzare la propria attività con l’istituzione delle Case Funerarie in modo da creare un campo concorrenziale nuovo, basato sulla capacità imprenditoriale e non sulla capacità di corruzione e di sfruttamento della condizione di debolezza della famiglia dolente.
L’attività dell’onoranza funebre deve essere trasparente e riconoscibile, per la delicatezza del compito, deve essere esclusiva in modo da evitare gli odiosi casi in cui il capitale faccia profitti sia con la malattia delle persone che con il fallimento della cura, esponendo la salute delle persone ai rischi di un indegno conflitto d’interessi.
Attualmente è in discussione un Progetto di Legge Regionale destinato a regolamentare il settore.
Il Progetto in discussione sostituisce due progetti presentati uno dall’opposizione e uno dalla maggioranza in modo da lavorare su un unico testo e velocizzare l’iter della legge.
Il criterio con cui si è giunto al testo “abbinato” non è chiaro comunque a giudizio dell’AIFAM, così com’è, il testo ancora non affronta i problemi e le criticità posti in essere dalla categoria, la commissione convocherà ancora le associazioni di categoria per un ulteriore confronto, si auspica sia l’occasione per un chiarimento definitivo nella speranza che i consiglieri facciano proprie le battaglie dell’AIFAM.
In modo informale molti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione hanno mostrato apprezzamento per i problemi esposti dalla categoria concordando sulla serietà delle questioni e soprattutto sul fatto che gli interessi in gioco riguardano certamente gli operatori funebri onesti ma anche soprattutto le famiglie abruzzesi dolenti”.