I droni come corrieri. Ambizioso progetto di un ingegnere di Vico nel Lazio

29 Luglio 2014 0 Di redazione

I droni come corrieri o postini. E’ questo il progetto su cui ha lavorato un giovane ingegnere di Vico Del Lazio e sul quale ha dato anche la sua tesi di laurea riscuotendo grande interesse. Si chiama Roberto Antonucci, ha 24 anni laureato in ingegneria gestionale all’università di Tor Vergata e proprio sull’Ateneo romano ha costruito il suo progetto che vede un quadricottero radiocomandati sostituirsi ai corrieri per la consegna della documentazione che quotidianamente si deve spostare da uno all’altro degli otto poli.
“L’idea è quella di trasportare la corrispondenza all’interno del Campus senza dover più ricorrere ai mezzi tradizionali. – Dichiara l’ingegnere (nella foto mentre manovra un prototipo)”. Sono otto poli che oggi si scambiano, almeno una volta al giorno, documentazione cartacea, quella che ha bisogno di firme e che non può viaggiare per posta elettronica. Un servizio che oggi viene assicurato da corrieri che si spostano materialmente da un polo all’altro con automobili. La distanza più lunga da coprire “via terra” è di sei chilometri, circa 4 via aerea; un drone può coprire senza alcun problema distanze ben maggiori.
roberto Il progetto che si intende usare per lo scopo, prevede che il velivolo (circa 6 chili a pieno carico e dal diametro di circa un metro e mezzo), parta da una stazione in modo assolutamente automatico con un carico massimo di un chilo e mezzo per raggiunge la destinazione guidato dal segnale satellitare Gps. Il velivolo viaggerebbe ad una altitudine massima di 50 metri perché nel campus, e sulle rotte previste, non vi erano strutture di quell’altezza. Nel disegnare le rotte, però, ho dovuto superare il problema dell’eliporto del Policlinico Tor Vergata sul cui spazio aereo è fatto divieto di volo. Per coprire quella rotta, quindi, ho dovuto aggirarlo e rispettare le direttive di altitudine per prevedono una vasta zona entro la quale il drone deve viaggiare sotto i 20 metri”.
Sono tanti i vantaggi, uno su tutto il risparmio, ma considerevole è anche l’immagine di ateneo ambientale e tecnologicamente avanzato che quello di Tor Vergata ne trarrebbe.
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Sono 46 i chilometri che mediamente, ogni giorno, devono essere percorsi per consegnare la documentazione. Percorrendo le vie aeree il drone, secondo i calcoli del giovane ingegnere, ne coprirebbe poco più della metà. Il risparmio non sta solo nei tempi ma ha anche nelle “tasche”.
“Il progetto comprende una analisi economica secondo la quale utilizzando il drone si risparmia in termini di manutenzione, carburante, spese gestionali ed anche di tempo, quindi di ore di lavoro per gli addetti”. Un solo tecnico, una sola stazione di controllo all’interno del rettorato e altre sette piste di atterraggio, null’altro che uno spazio di tre metri quadri con fondo in cemento. Il drone che ho pensato per il progetto costa, compreso di tutte le apparecchiature per far funzionare il sistema, non più di 25mila euro, ma l’azienda che lo fornisce si è detta anche disposta ad un grosso sconto, se la notizia dovesse trovare interesse sui media nazionali. Nessun’altra università in Europa adopera droni nel suo interno e Tor Vergata sarebbe la prima”. Ma il giovane ingegnere si spinge anche oltre il perimetro universitario. “Sono certo che un sistema simile potrebbe essere usato anche per altre esigenze. Mi vengono in mente i collegamenti tra gli uffici postali minori, dove cioè i volumi limitati rendono possibile tale applicazione e poco conveniente lo spostamento con i mezzi tradizionali su strade di montagna”.