Pericoloso ricaricare bombole di Gpl alle stazioni di servizi, per pochi euro si rischia la vita e la casa

Pericoloso ricaricare bombole di Gpl alle stazioni di servizi, per pochi euro si rischia la vita e la casa

1 Maggio 2015 0 Di redazione

Boati assordanti che squarciano il silenzio di tranquille zone rurali o dei centri storici, case sventrate, (solitamente) donne ferite o ustionate. La cronaca racconta spesso di questi episodi che solitamente vengono archiviati tra i casi generici di fughe di gas. Gli ultimi due casi, quelli più vicini nel tempo sono di Veroli e Boville. Ma la maggior parte di queste circostanze trovano risposte, secondo gli esperti ben oltre la metà dei casi, in quello che sembra essere diventata una pericolosa consuetudine: ricaricare le bombole di gpl direttamente nelle aree di servizio.

esplosione gas formia1

E’ una prassi, illegale innanzitutto, ma che per risparmiare pochi euro espone la gente a rischi incalcolabili e, spesso, irrimediabili.
“Il gas, all’interno delle “bottiglie” di Gpl, le cosiddette bombole, viene conservato a pressioni che vanno dai 4 bar sino a 7 bar. A parlare è Piergiacomo Cancelliere Direttore Vicedirigente del Corpo Nazionale vigili del fuoco, attualmente in servizio presso l’ufficio Prevenzione e Sicurezza tecnica.
“Nel contenitore, quindi, esiste una miscela bifasica di gas liquefatto e gas aeriforme: quando la bombola è piena è presente molta fase liquida, via via che il GPL viene utilizzato, la fase gassosa aumenta e la bombola si scarica. Per questioni di sicurezza è sempre necessario non superare, durante le fasi di riempimento, una certa percentuale di fase liquida nel contenitore. A parità di capacità, l’80% del volume della bombola al massimo potrà essere occupato dalla fase liquida mentre il restante 20% deve essere lasciato per la fase gassosa.
Lo spazio residuo compensa la pressione al variare della temperatura ed evita la fuoriuscita di liquido. La bombola non deve mai essere utilizzata orizzontale o capovolta al fine di evitare l’uscita di gpl in fase liquida”.

esplosione formia
Per questi motivi il riempimento delle bombole deve avvenire in depositi autorizzati dove oltre al giusto equilibrio si effettuano verifiche anche sullo stato del contenitore.
“In gergo la struttura preposta a riempire le bombole si chiama ‘giostra’ – dichiara il Cavalier Luigi Galano, Capo reparto in pensione dei vigili del fuoco per decenni in servizio a Cassino – Le bombole vuote vengono riempite dopo una accurate revisione sullo stato dei dispositivi di sicurezza e della valvola, attraverso l’operazione di pesatura mediate bilance di precisione del GPL, assicurando in ogni condizione che il contenitore rifornito garantisca il corretto rapporto fra fase liquida e fase gassosa. Ricorrere ad altre tipologie di ricarica, come ad esempio ricaricare presso distributori stradali di GPL per autotrazione, oltre ad essere vietato dalla legge risulta essere molto pericoloso. Queste ricariche non essendo basate sul peso, spesso tendono a sovraccaricare la bombola superando il massimo rapporto ammesso tra fase liquida e fase gassosa. Una bombola sovraccarica presenta pressioni elevate, anche superiori a 10 bar, che, quindi, possono inficiare il funzionamento del riduttore di pressione e alimentare l’impianto di casa con pressioni elevatissime e, quindi, amplificando in modo esponenziale i rischi di fughe di gas. Inoltre, il continuo riempimento delle bombole con un metodo non basato sul peso, comporta una fatica detta “oligociclica” del fasciame della bombola, delle saldature del fondello e dell’ogiva, indebolendo la resistenza di progetto del contenitore che, a lungo andare, potrebbe scoppiare per sovrappressione, con rilascio immediato nell’atmosfera circostante di tutto il GPL contenuto, formando una nuvole, che, se innescata potrebbe esplodere o generare un “flash-fire”.
Insomma, per risparmiare pochi euro, si mette a repentaglio la casa, e quel che è peggio, anche la vita di chi vi abita.