Frode fiscale e truffa aggravata ai danni della Regione Molise, in manette l’assessore Scarabeo

Frode fiscale e truffa aggravata ai danni della Regione Molise, in manette l’assessore Scarabeo

23 Giugno 2015 0 Di redazione

L’assessore regionale molisano Massimiliano Scarabeo e suo fratello Gabriele, entrambi imprenditori di Venafro sono stati arrestati questa mattina dalla guardia di finanza su ordine del GIP presso il Tribunale di Isernia, su richiesta della Procura della Repubblica di Isernia. Alle notifiche delle due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono seguite, una serie di perquisizioni locali disposte dalla locale Procura in diverse abitazioni ed uffici in Provincia di Isernia, nonché a Campobasso negli uffici della Giunta Regionale per il Molise, di competenza dell’Assessore Scarabeo che ha delega alle Politiche dello sviluppo economico – Politiche del credito – Società partecipate – Marketing territoriale.
Le indagini, che hanno portato alle ordinanze oggi eseguite, sono state avviate a seguito di una verifica fiscale, iniziata nel giugno del 2014, nei confronti di una delle aziende del “gruppo SCARABEO”, la “ELCOM ELETTROCOMMERCIALE S.p.A.” di Sesto Campano (IS), che opera nel settore delle forniture di materiale elettrico, con punti vendita in tutto il Molise e unità locali a Varese, Vercelli, Genova, Cagliari, Palermo, Firenze, Lucca, Pisa e Pistoia.
La meticolosa ricostruzione della reale contabilità ha consentito ai militari operanti, delegati dalla Procura, di smascherare un sofisticato sistema di frode, che ha consentito alla “ELCOM” di evadere IVA per oltre un milione e duecentomila euro, e di sottrarre a tassazione base imponibile indicando in contabilità oltre cinque milioni di costi indeducibili. Inoltre, la Guardia di finanza ha constatato una maggiore imposta IRES per circa un milione e quattrocentomila euro nonché una maggiore IRAP per oltre duecentomila euro.

La frode fiscale è stata perpetrata ricorrendo ripetutamente a numerose fatture per operazioni inesistenti e note di credito, facendo figurare come fornitori ignari clienti o terze società, e come utilizzatore la stessa “ELCOM”.
Ottenuti i primi riscontri in ordine al reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, le indagini sono proseguite con il supporto di mirate e sofisticate indagini tecniche e tecnologiche, che hanno consentito di acquisire un rilevante quadro probatorio, con individuazione dei responsabili dei reati tributari e della truffa aggravata in entrambi i due fratelli Scarabeo.
Si è accertato, infatti, inequivocabilmente che sono i predetti i reali amministratori di fatto della “ELCOM”, nonostante che al vertice della stessa figuri uno dei dipendenti, nominato formalmente amministratore delegato, ma in realtà privo di ogni potere gestionale. L’organizzazione direttiva della “Elcom Elettrocommerciale S.p.A.” e dell’intero Gruppo pende interamente dalle decisioni di Gabriele e Massimiliano Scarabeo, e quest’ultimo, Assessore regionale, in particolare, risulta occupare l’ufficio di “Presidenza” della “ELCOM”, come peraltro accertato nel corso di una perquisizione mirata effettuata lo scorso mese di febbraio.
L’attività investigativa ha permesso, infine, di accertare che la stessa “ELCOM” ha beneficiato, negli anni dal 2012 al 2014, di un contributo POR FESR 2007-2013 – fondo strutturale relativo allo sviluppo regionale “asse innovazione e imprenditorialità per la promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività” – per circa 122.000,00 euro, istruito, approvato e corrisposto dagli uffici regionali facenti capo all’Assessore Scarabeo.
Gli accertamenti, in particolare, hanno dimostrato che i beni strumentali, oggetto del finanziamento, cartolarmente di nuova acquisizione, in realtà erano riferibili a macchinari e attrezzature già in possesso della “ELCOM”, in quanto acquistati in anni precedenti. Anche per questo scopo sono state utilizzate alcune fatture false, emesse da una società riconducibile ad un imprenditore isernino. Inoltre, al fine di superare eventuali controlli, i macchinari in questione sono stati riverniciati, in modo da apparire nuovi di fabbrica.
Le indagini proseguono anche nei confronti di altre persone, e mirano all’accertamento di ulteriori responsabilità penali.