Frosinone come Scampia, utilizzavano anche minori di 14 anni – FOTO E VIDEO

Frosinone come Scampia, utilizzavano anche minori di 14 anni – FOTO E VIDEO

19 Luglio 2016 0 Di Antonio Nardelli

Frosinone – La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Frosinone stanno eseguendo una vasta operazione antidroga con l’esecuzione di 36 provvedimenti di custodia cautelari, 29 in carcere e 7 ai domiciliari, su delega dell’Autorità Giudiziaria.

L’associazione per delinquere, finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, si avvaleva di minori di 14 anni ed era composta da persone dedite all’uso di sostanze stupefacenti ed in possesso di armi.

L’indagine ha preso avvio nel luglio 2012, a seguito dell’arresto in flagranza di un’insospettabile signora 65enne di Frosinone, trovata in possesso di oltre 350 gr di cocaina, che era stata ingaggiata dalla suddetta associazione come custode della droga, destinata ad una delle tante basi di spaccio del sodalizio.

L’organizzazione criminale possedeva consolidati canali di approvvigionamento e depositi di droga, laboratori per il confezionamento delle dosi, armi con munizionamento pronte all’uso e, soprattutto, la costituzione di ben 7 reti di spaccio, ognuna delle quali rispondeva ad “esigenze di mercato” diverse, in modo da poter soddisfare il maggior numero di assuntori e massimizzare i guadagni, che raggiungevano cifre dell’ordine di decine di migliaia di euro al giorno.

La prima base di spaccio è stata individuata nella città, all’interno di una palazzina strutturata secondo il modello Scampia, un vero e proprio supermercato della droga, aperto 24h al giorno, ove chiunque poteva acquistare liberamente cocaina, hashish e marijuana; gli acquirenti non dovevano telefonare o accreditarsi prima dell’acquisto, perché l’ingresso era libero.

Il punto vendita era protetto da “vedette”, che coprivano i vari turni del giorno ed erano dislocate in punti strategici per dare l’allarme in caso di arrivo delle forze dell’ordine; l’addetto alle vendite si trovava dietro una porta blindata, pronto alla fuga rapida, con tutta la “cassa” in caso di allarme.

Nel novembre del 2013 poliziotti e carabinieri avevano già fatto irruzione nella palazzina sorprendendo le vedette a cui furono sequestrati dei telecomandi che azionavano il dispositivo d’allarme luminoso, posto all’interno dell’appartamento, dove si trovava l’addetto alle vendite; nell’occasione furono sequestrati numerosi dosi di sostanza stupefacente di vario tipo e l’incasso giornaliero.

L’organizzazione non ha comunque desistito ed ha costituito altre 3 basi di spaccio al dettaglio, altrettanto remunerative, posizionate nelle vie centrali di Frosinone.

Anche questi nuovi punti vendita sono stati oggetto di interventi degli investigatori, che hanno recuperato numerosi dosi cedute agli assuntori ed arrestati in flagranza gli addetti alle vendite.

Una quinta rete di distribuzione era affidata a due associati che, con la loro macchina, raggiungevano i comuni limitrofi a Frosinone (Veroli, Boville Ernica, Monte San Giovanni Campano, Ripi) e si posizionavano in punti prestabiliti dove gli assuntori sapevano di poterli trovare in determinati orari del giorno.

La sesta rete di distribuzione, la più capillare ed insidiosa, era incentrata su appartenenti a famiglie di etnia rom, residenti a Frosinone, riforniti giornalmente da una coppia, anch’essa di origine rom. I punti vendita, in questo contesto, erano le abitazioni delle famiglie (8 in tutto) degli associati.

L’ultimo canale di distribuzione era destinato a diversi spacciatori della Provincia che, seppur non organici all’associazione, acquistavano stabilmente dal sodalizio lo stupefacente necessario ai loro traffici.

L’organizzazione criminale era governata con pugno di ferro e la sua egemonia sul mercato della droga era affermata con l’uso delle armi, tanto che, nell’estate del 2012, alcuni membri di etnia rom, nel tentativo di svincolarsi per mettersi in proprio, furono subito richiamati all’ordine, con violenti pestaggi ed intimidazioni a colpi di pistola.

I poliziotti ed i carabinieri hanno individuato durante le indagini due consolidati canali di rifornimento: uno legato alla criminalità albanese del posto, gestito da due soggetti radicati in zona, che facevano arrivare grosse partite di stupefacente; l’altro, napoletano, legato a due partenopei.

Le indagini, nel periodo tra luglio 2012 al febbraio 2015, hanno portato complessivamente ai seguenti risultati investigativi: 58 arresti, sequestro di 5 kg di cocaina e 115 kg tra hashish e marijuana; 2 pistole e 135 proiettili; denaro, beni mobili e immobili per 640mila euro.

Lo stupefacente immesso sul mercato al dettaglio avrebbe permesso un ricavo di circa 2,5 milioni di euro.