Rogo alla Eco X di Pomezia, le irregolarità del sistema antincendio si conoscevano dal 2012

Rogo alla Eco X di Pomezia, le irregolarità del sistema antincendio si conoscevano dal 2012

11 Maggio 2017 0 Di redazione

Pomezia – “L’amministratore unico della società Buongiovanni Antonio è iscritto nel registro degli indagati per incendio e inquinamento colposo”. Lo ha detto il procuratore di Velletri Francesco Prete nel corso della conferenza stampa in procura a Velletri in merito all’incendio alla Eco X di Pomezia. “Le cause dell’incendio sono ignote ma l’innesco è avvenuto all’esterno tra i due capannoni. Le indagini sono ancora in corso da parte dei carabinieri del Noe”. Inoltre lo stesso Prete ha precisato che “L’azienda in cui è avvenuto l’incendio si chiama giuridicamente Eco Servizi per l’Ambiente, un ramo di azienda che la Eco X ha ceduto a Buongiovanni nel 2014”.

Un momento della conferenza stampa (Foto Omniroma)

Ha lasciato sconcertati anche i giornalisti presenti, la notizia secondo cui l’azienda, in una verifica fatta nel 2012 dai vigili del fuoco, vennero individuare gravi irregolarità nel sistema antincendio. Tutto si risolse con una sanzione amministrativa senza altre verifiche sulla messa in regola dell’azienda. Insomma, venne accertato il pericolo di incendio, ma non ci si assicurò che fosse estinto. Quindi non ci si può sorprendere poi della ricostruzione fatta dal capitano Marco Cavallo comandante dei carabinieri del Noe di Roma il quale dice: “L’evento è avvenuto tra le 8.05 e le 8.10, quando l’attività nell’impianto era in corso. I primi tentativi di domare l’incendio lo hanno fatto gli operai stessi ma anche per mancanza di impianti antincendio così come stiamo verificando, i soli estintori non sono bastati per arginare le fiamme. Abbiamo acquisito le immagini delle telecamere e documentazione sulla movimentazione di ingresso e uscita dal sito del materiale per ricostruire la quantità presente nel’azienda. Il sito ha autorizzazione regionale con limiti ben stabiliti”.

Al di la delle indagini e delle responsabilità restano i problemi della gente preoccupata per le ricadute ambientali dello spaventoso fungo nero che si è sprigionato nell’incendio del 5 maggio e nei giorni successivi.  “Come Arpa stiamo continuando a monitorare la situazione”. Lo ha dichiarato nel corso della stessa conferenza stampa, Marco Lupo direttore generale dell’Arpa . “Al momento abbiamo dati relativi all’immediata vicinanza dell’incendio, tra i 100 e i 200 metri – ha aggiunto – Abbiamo rilevato valori elevati di diossine, 77,5 picogrammi per metrocubo (mc) quando normalmente dovrebbero essere di 0,1 per mc; idrocarburi per 9,1 picogrammi, e pcb di 394picogrammi. Valori che normalmente dovrebbero essere prossimi allo zero, ma che sono compatibili in seguito ad un incendio come questo”. Nei giorni scorsi si è dibattuto molto sulle ricadute delle sostanze inquinanti anche sull’agricoltura e sull’argomento è intervenuto Narciso Mostrada direttore generale della Asl Roma 6. “A Pomezia – ha detto – le misurazioni sull’amianto hanno dato esito negativo differentemente dai valori riscontrati nel capannone. All’interno del perimetro le verifiche hanno dato presenza di cemento di amianto. Abbiamo fatto anche analisi sui vegetali riscontrando solamente in uno dei cinque campioni scelti, l’orzo di campo, la presenza di diossina da 0,47. Tutti gli altri campioni hanno dato esito negativo. Estenderemo le analisi anche al latte degli animali”.

Ermanno AmedeiÂ