Portare a passeggio la tartaruga o necessità di pregare, le più fantasiose scuse al tempo del coronavirus

18 Aprile 2020 0 Di redazione

Lazio – Cervelli sotto sforzo alla ricerca affannosa di un pretesto per uscire di casa senza incappare nella sanzioni. Questa attività è stata frenetica sui divani di tante case a Roma e nel Lazio.

Difficile dire a chi possa spettare la palma d’oro per la trovata più assurda tra la “sgambata” necessaria per il coniglio o per quella fatta fare alla tartaruga. Sicuramente, nessuna ha evitato la multa delle forze dell’ordine; neanche chi ha giocato con i sentimenti sostenendo di essere uscito per andare a trovare la fidanzata.

In 40 giorni circa di reclusione domestica per ridurre al minimo il rischio di contagio da coronavirus, la tentazione di cercare nelle more dei vari decreti restrittivi, la scusa buona per uscire anche fosse per dieci minuti, è stata forte.

C’è chi è uscito per buttare l’immondizia a decine di chilometri di distanza, chi ha confessato l’esigenza impellente di consumare un rapporto sessuale, in molti, invece, hanno seguito la pista animalista addossando ai propri animali domestici la necessità di uscire per una breve passeggiata. Poco male se l’animale domestico non è un pastore tedesco o un mastino napoletano bensì una tartaruga.

E’ di ieri la notizia della donna di 60 anni che, nel quartiere Centocelle di Roma, portava la tartaruga a passeggio. Inutile il guinzaglio: dove vuoi che scappi una tartaruga? E, del resto, se la passeggiata non fosse stata interrotta dai carabinieri, data la lentezza dell’animale, sarebbe durata un’eternità, fosse stato anche il solo giro dell’isolato.

A Fondi, invece, in piena zona rossa per l’emergenza Covid-19, un giovane ha pensato che il suo coniglio domestico, avesse bisogno urgente di sgambare per il centro cittadino. Gli agenti di polizia non hanno creduto che quella fosse una necessità impellente per l’animale che, tra l’altro, “passeggiava” in braccio al suo padrone. Anche in questo caso, è scattata la sanzione.

Sempre animali, questa volta cavalli, hanno “convinto” i loro padroni, di aver bisogno di una bella sgambata e, per questo, a Sora in sette, il pomeriggio di Pasqua, approfittando delle strade deserte, hanno trasformato un lungo tratto di rettilineo in una pista dove lanciare al trotto due cavalli e i loro calessi. All’arrivo dei carabinieri chiamati dai residenti, il gruppo e i loro cavalli si erano dileguati. Grazie però a immagini che loro stessi hanno postato sui social, sono stati identificati e denunciati.

Chi non ha animali da portare a spasso si aggrappa dove può. A Veroli, un 26enne fermato per controllo dai carabinieri, ha raccontato di essere uscito di casa sotto la spinta irrefrenabile di andare in chiesa per pregare; i carabinieri c’avevano quasi creduto ma a tradire il “fedele” sono stati i 4 grammi di hashish nascosti nel calzino.

A Tor Bella Monaca invece, in un salone da barbiere che sarebbe dovuto restare chiuso, i carabinieri hanno sorpreso il proprietario che aveva ancora il rasoio elettrico in mano. Il cliente, più veloce e scaltro, si è gettato alla base del lavatesta, fingendo di essere un idraulico impegnato nella riparazione di un tubo. I capelli tagliati per metà, però, lo hanno tradito.

Sapeva invece di non avere nessuna valida scusa per essere uscito di casa il runner che a Pasquetta, in via dell’Appia Antica, a Roma all’altezza del quartiere Quarto Miglio, alla vista degli agenti della polizia locale, ha allungando il passo tra i prati, seminando l’agente che lo inseguiva a piedi. Non ha seminato, però, il drone che lo teneva d’occhio dall’alto e che ha permesso alle pattuglie in auto di raggiungerlo e multarlo.