Manca il personale, carabinieri, poliziotti e finanzieri in pensione, in soccorso della Procura di Cassino

27 Luglio 2023 0 Di redazione

Cassino – I pensionati delle forze dell’ordine tornano a lavorare gratuitamente in procura a Cassino, per sostenere l’organico in continua difficoltà, e per evitare il rischio che i processi si allunghino. E’ il “modello Cassino”. Sono ex carabinieri, poliziotti, finanzieri, agenti penitenziari, vigili del fuoco, agenti di polizia locale o dipendenti pubblici in quiescenza, associati alla sezione autonoma di Cassino dell’Unione nazionale mutilati per servizio (Unms) che dedicano parte del loro tempo libero per snellire le voluminose incombenze della procura della repubblica cassinate. E’ anche grazie a loro se a Cassino, il rischio di rinvio delle udienze presso le varie corti monocratiche, si è drasticamente ridimensionato, riducendo così le durate degli stessi processi. E’ quasi un progetto pilota, “frutto di un protocollo d’intesa tra la nostra associazione e la procura della repubblica di Cassino” dichiara il presidente di Unms Massimo Spigola. “I nostri associati hanno una grande esperienza proprio perché sono ex investigatori o comunque pubblici ufficiali che per decenni hanno servito lo stato e voglio continuare a farlo compatibilmente con la loro condizione da pensionati”. Ed è così che ex poliziotti, carabinieri e finanzieri, si ritrovano negli uffici di piazza Labriola a Cassino per occuparsi delle notifiche di convocazione dei testimoni ai vari processi.

rbt

“Il protocollo è stato siglato ad Aprile con il procuratore capo Luciano D’Emmanuele che ancora ringrazio per la fiducia e per l’opportunità, ottenendo una stanza e le strutture informatiche necessarie per operare”.

Una fiducia ben riposta visto che il lavoro dei volontari dell’Unms è servito ad anticipare l’invio delle notifica di comparizione dei testi ai processo, fino a 4 mesi prima dell’udienza. “A maggio, quando abbiamo cominciato – dice Spigola – le notifiche venivano inviate 20 giorni prima”.

Una situazione che aumentava il rischio di difetto di notifica che è tra le principali cause per le quali slittano le udienze e i processi si allungano. “Attualmente sono una decina i volontari che per un tempo che va dalle 6 alle 12 ore settimanali, prestano il loro servizio volontario per la procura. Al momento siamo di supporto per i processi che si svolgono dinnanzi ai tribunali monocratici ma si sta valutando anche di occuparci dei fascicoli relativi a procedimenti che si svolgono nei processi dinnanzi a tribunali collegiali”. Ovviamente si tratta di pratiche che non hanno nulla a che vedere con i fascicoli di indagine coperti dai segreti istruttori. “Lo facciamo per la passione che abbiamo per la giustizia – dice Spigola, lui ex carabiniere – per mettere in pratica la professionalità acquisita e perché ci sentiamo gratificati nel vedere che le cose funzionano anche grazie a noi” conclude Spigola.

Gli ex carabinieri, poliziotti, finanzieri volontari dell’Unms di Cassino stanno facendo in procura “un lavoro per il quale sono ampiamente soddisfatto”.

Lo Dice il procuratore capo di Cassino Luciano D’Emmanuele. La situazione “del personale amministrativo è critica nonostante gli sforzi fatti dal ministero per coprire gli organici che, non solo non sono coperti, ma sono anche sottodimensionati rispetto al flusso di lavoro”.

Il flusso di lavoro di cui parla D’Emmanuele riguarda la competenza giudiziaria su un territorio che da Cassino si estende, fino al litorale sud della provincia di Latina (Itri, Gaeta e Ponza), l’alta provincia di Caserta fino ai confini con l’Abruzzo. “Recependo le indicazioni del Csm che sollecitava modelli organizzativi aperti alle nuove realtà – ha detto il procuratore -, ho inteso promuovere questa convenzione trovando immediata la disponibilità dell’Unms al fine di ottimizzare, nei settori non coperti dal segreto istruttorio, i lavori della procura”. Il periodo di prova “ha confermato il giudizio positivo. Sono volontari tutti conosciuti – dice il procuratore – che nel corso degli anni abbiamo apprezzato per la loro professionalità e che continuano a frequentare, anche dopo il pensionamento, la procura sostenendola in questa maniera”.

Le circostanze relative alla carenza di personale impongono che “ogni dirigente giudiziario, in assenza di risorse adeguate, attraverso l’inventiva deve organizzare moduli di lavoro paralleli a quelli standardizzati dal ministero. In sostanza – dice D’Emmanuele – bisogna inventarsi sistemi per sopperire alle note carenze” e Cassino lo ha fatto attraverso l’Unms. “Non posso che ringraziare tutto il personale dell’associazione e i singoli collaboratori. Mi auguro che l’esperimento possa proseguire nei prossimi mesi, anche accrescendo il numero delle unità a disposizione”. Lo stesso D’Emmanuele sottolinea, inoltre, anche l’importanza del lavoro di altro “personale” esterno alla procura, ma che comunque presta servizio all’interno del palazzo di piazza Labriola. “Abbiamo – dice – con tutti i limiti di impiego e orario, i percettori di reddito di cittadinanza impiegati come commessi e presso gli archivi”.

Ermanno Amedei