Settimana della Tecnologia e della Ricerca Scientifica, i progetti dell’Ateneo del Molise

Settimana della Tecnologia e della Ricerca Scientifica, i progetti dell’Ateneo del Molise

18 Gennaio 2024 0 Di Felice Pensabene

CASSINO – Alla VIII edizione della Settimana della Tecnologia e della Ricerca Scientifica, all’Itis Majorana di Cassino, tante le adesioni di enti, istituzioni, partner con progetti e studi scientifici mirati. Notevole interesse hanno suscitato, fra gli studenti presenti, quelli presentati nell’ambito dei Corsi di Studio in Scienze Biologiche (Laurea Triennale) e in Biologia (Laurea Magistrale) dall’Università del Molise.  Oltre all’offerta formativa, l’Ateneo molisano ha presentato alcuni dei progetti di ricerca che sono stati recentemente finanziati sulla base di bandi competitivi, nell’ambito del programma “PRIN 2022 PNRR” promosso dal MUR (Ministero Università e Ricerca). In particolare, si tratta di due progetti: uno riguardante gli “Approcci di genomica funzionale per migliorare l’architettura delle radici del pomodoro” seguito dalla prof.ssa Dalila Trupiano, Coordinatore scientifico dell’Università degli Studi del Molise – Dipartimento di Bioscienze e Territorio. In particolare il progetto prende le mosse in considerazione dello scenario climatico mutevole, caratterizzato da lunghi periodi di siccità.

Il Progetto FunctRoot, ha lo scopo di individuare e caratterizzare i principali tratti radicali coinvolti nel miglioramento dell’approvvigionamento idrico delle piante di pomodoro (Solanum lycopersicum L.), una delle specie più coltivate in Italia. Lo studio prevederà una caratterizzazione funzionale del gene DEEPER ROOTING 1 (DRO1), responsabile dell’orientamento dello sviluppo del sistema radicale in profondità, dove acqua e nutrienti si conservano più a lungo, anche in condizioni di deficit idrico. I risultati di FunctRoot garantiranno una gestione sostenibile delle risorse idriche negli agro-ecosistemi e al contempo una resa produttiva costante, in piena coerenza con gli obiettivi di sostenibilità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e Horizon Europa 2021-2027. Lo studio, infatti, è finanziato dall’Unione Europea – Next-GenerationEU.

Il secondo relativo alla “Inibizione farmacologica delle proteine BET: una nuova strategia per combattere le alterazioni metaboliche nella sindrome di Rett”. “Nello specifico questo progetto – ci spiega il prof. Marco Segatto – si pone l’obiettivo di validare una nuova strategia terapeutica efficace a migliorare la sintomatologia associata alla sindrome di Rett. Si tratta di una malattia genetica rara caratterizzata da profonde anomalie nello sviluppo del cervello, impattando negativamente la qualità della vita dei pazienti che ancora non dispongono, purtroppo, di una terapia efficace e risolutiva. Studi emergenti hanno dimostrato come questa malattia sia associata ad importanti disfunzioni metaboliche. Lo scopo di questo studio – ha proseguito il prof. Segatto, coadiuvato nello studio da Gianluca D’Alessandro, ex studente Itis “E. Majorana”, e un dottorando di Biologia e Scienze Applicate Daniele Pensabene, ex studente del Liceo Scientifico “G. Pellecchia” – è dunque quello di valutare se la modulazione farmacologica di alcune proteine specifiche, denominate proteine BET (proteine contenenti il bromodominio e il dominio extra-terminale) sia in grado di contrastare queste alterazioni metaboliche e, conseguentemente, attenuare gli aspetti patologici associati alla sindrome di Rett. L’impatto dello studio è definito dalle sue possibili ricadute nell’ambito della salute dell’uomo, poiché la speranza di questo studio è quella di identificare delle nuove molecole che possano essere impiegate come futuri farmaci per gestire in modo adeguato questa malattia invalidante”.

“Siamo stati molto contenti di aver partecipato e di aver notato il chiaro entusiasmo da parte degli studenti – hanno concluso il prof. Segatto e la sua collega prof.ssa Dalila Trupiano – questo tipo di iniziative sono utilissime e andrebbero riproposte periodicamente, perché aiutano a costruire un ponte tra scuola e Università e questo ci permette con più facilità di accompagnare gli studenti e di guidarli nella scelta della loro carriera accademica e professionale, evitando che si sentano smarriti in un mondo di opportunità che spesso si fa difficoltà a conoscere, soprattutto perché le professioni sono in continua evoluzione”.