Mozzarelle blu, la Coldiretti Lazio chiede un incontro al questore

5 Gennaio 2012 0 Di redazione

La Coldiretti del Lazio ha chiesto, con un telegramma, al Questore di Frosinone, Dr. De Giuseppe Matteis, che ringrazia pubblicamente per il
lavoro che sta svolgendo, un incontro urgente per conoscere nel dettaglio la vicenda delle mozzarelle blu scoperte in Ciociaria. A renderlo noto il
direttore regionale di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia che precisa. “Simili situazioni non possono e non devono passare sotto silenzio. Crediamo sia
necessario far sapere ai consumatori quale sia la ditta che ha immesso sul mercato prodotti alterati. Ne vale il lavoro delle nostre imprese e di
quelle trasformatrici che operano in modo serio e coscienzioso sulla qualità. Siamo certi che il Questore, appena potrà, si renderà disponibile a
riceverci e per questo lo ringraziamo sin d’ora”. “I casi di mozzarelle blu registrati in provincia di Frosinone pongono ancora una volta in primo piano gli enormi ritardi che colpiscono uno dei settori più importanti dell’agricoltura laziale e nazionale”. Così Massimo Gargano, presidente di
Coldiretti Lazio. Il latte é sempre più straniero, proviene da Paesi europei come la Germania, ma consistenti quantitativi varcano le frontiere dalla repubblica Ceca, dalla Polonia e dalla Lituania. “Questa situazione si può frenare solo con provvedimenti definitivi che da anni abbiamo chiesto circa
l’etichettatura delle produzioni e che sono alla base del nostro progetto di una filiera tutta agricola e tutta locale. Oggi, infatti, con le norme
vigenti, non possiamo escludere che anche latte equivalente (cagliate, formaggi e polveri) provenga da paesi extraeuropei. Per invertire questa
grave tendenza – spiega il presidente regionale di Coldiretti Lazio – si deve procedere con l’approvazione della legge sull’etichettatura applicando
immediatamente la legge nazionale che obbliga a indicare in etichetta l’origine della materia prima utilizzata negli alimenti. Nella confezione
delle mozzarelle – denuncia Gargano – non è infatti obbligatorio indicare la provenienza del latte impiegato ed è facile che venga spacciato come
nazionale quello importato.
In Italia in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili polvere di
latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi. Oggi spiega Coldiretti, la metà delle mozzarelle é fatta con latte straniero e una su quattro addirittura da cagliate (un semilavorato industriale) lavorato oltre frontiera. Il tutto – spiega il direttore della
sede regionale Aldo Mattia – all’insaputa dei consumatori che credono di bere latte laziale e mangiare formaggio nostrano, perché la tracciabilità
resta una chimera a danno degli allevatori penalizzati da prezzi più bassi.
Infatti in media nelle casse degli allevatori entrano 0,35 euro al litro mentre sugli scaffali dei negozi arriva a 1,65 con un ricarico del 350 per
cento dalla stalla allo scaffale. Per comprare un litro di latte d’oltre frontiera si spendono “solo” 0,18-0,20 euro. Coldiretti Lazio per questo
appoggia pienamente e fa propria l’iniziativa anticipata dal direttore delle sede di Frosinone di costituirsi parte civile non appena verranno
accertate le responsabilità poichè dobbiamo tutelare il valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseari che rappresenta la voce più
importante dell’agroalimentare laziale “.

IL LATTE NEL LAZIO

Dei circa 8,5 milioni di litri di latte che si consumano ogni anno nel Lazio, quasi 5 milioni provengono da paesi europei ed extra europei. Il
Lazio secondo gli esperti di Coldiretti é una regione che importa più latte di quanto ne produce: a fronte di 3,9 milioni di quintali ottenuti nelle
stalle del Lazio se ne importano 4,65 quintali di latte equivalente (tra latte, cagliate, formaggi e polveri). Ci sono due vittime: il consumatore
che non sa di bere latte non italiano o mangiare prodotti caseari al 100% vestiti del tricolore, con le garanzie di controlli di qualità molto rigidi,
e i produttori che si vedono erodere imponenti fette di mercato.