Pozzilli e Venafro possibili focolai di coronavirus, la regione Molise le dichiara “zone rosse”

Pozzilli e Venafro possibili focolai di coronavirus, la regione Molise le dichiara “zone rosse”

21 Marzo 2020 0 Di redazione

Venafro – Il Comune di Pozzilli e quello di Venafro sono “zona rossa” per Codiv-19. Il territorio molisano è blindato; nessuno, dopo l’ordinanza regionale, può entrare o uscire, perché si teme possa essere un focolaio di infezione del coronavirus. L’emergenza, che di per se era già alta, è stata lanciata dall’istituto Neuromed di Pozzilli, eccellenza sanitaria nel centro Italia, per l’alto numero di pazienti positivi e di personale medico e paramedico che è stato esposto al rischio contagio.

“Ferme restando le misure statali, regionali e commissariali di contenimento del rischio di diffusione del virus già vigenti, – si legge nell’ordinanza della Regione Molise- a decorrere dal giorno 21 marzo 2020 e fino al 5 aprile 2020, con riferimento al territorio compreso nei Comuni di Pozzilli e Venafro, sono adottate le seguenti, ulteriori misure: a) divieto di allontanamento dal suindicato territorio da parte di tutti gli individui ivi presenti; b) divieto di accesso nel territorio dei suindicati Comuni; c) sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. E’ fatto obbligo – si legge anche- ai familiari conviventi dei soggetti di cui all’elenco degli operatori dell’Irccs Neuromed, trasmesso dall’Istituto (…) a) di osservare la quarantena obbligatoria, mantenendo la stessa per 14 giorni; b) di osservare il divieto di spostamenti e viaggi; c) di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza”.

Il ragionamento fatto dall’autorità che ha emesso il provvedimento di interdizione in ingresso e in uscita da Pozzilli e Venafro è che, considerato l’alto numero di soggetti, tra personale medico e paramedico potenzialmente contagiato, e che questo risiede per lo più nei due comuni; considerando che una indagine epidemiologica avrebbe tempi lunghi, per evitare la diffusione del virus in altri centri, si fa ricorso alla cinturazione dell’area.