Un finanziere al ministro Tremonti: “I buoni risultati sull’evasione ottenuti grazie al controllo fiscale”

28 Aprile 2011 0 Di redazione

Dal delegato Cocer Guardia di Finanza, l’Ispettore Salvatore Scino, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al ministro Tremonti:

Signor Ministro,
mi consenta una breve quanto doverosa (ed amara) riflessione sulle sue recenti esternazioni in tema di una presunta oppressione fiscale che, a suo dire, subirebbero le imprese nel nostro Paese.

L’Amministrazione Finanziaria, che Ella, nella sua funzione di Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha l’onore e l’onere di governare e nella quale, come credo Lei ben sa, operano, quotidianamente, con dedizione, competenza e lealtà, migliaia e migliaia di colleghe e di colleghi, malpagati ed oppressi da intollerabili carichi di lavoro, per cercare di raggiungere quegli obiettivi ambiziosi che Lei (perché era Lei vero?) aveva indicato per contrastare un’evasione fiscale che in Italia raggiunge le cifre record di circa 200 miliardi di Euro di imponibile, non merita quei giudizi e ragguagli a cui Ella, tra un incontro a Bruxelles, un convegno o una lezione universitaria, si è improvvidamente lasciato andare.

Quei controlli da Lei definiti oppressivi e il contrasto all’evasione fiscale che quelle imprese “oppresse” hanno dovuto “subire”, Le hanno consentito in questi anni di potersi fregiare di lodevoli giudizi in sede nazionale e internazionale, quanto meno per la buona tenuta dei conti.

Ma mi consenta l’ardire: senza questi controlli “oppressivi” le sue lezioni universitarie non Le avrebbero garantito pari fama.

Purtroppo, forse, Ella non avrà avuto sufficiente tempo ed energia per dedicarsi all’analisi dello stress quotidiano cui sono sottoposti gli appartenenti a questa macchina “oppressiva” qual è l’Amministrazione Finanziaria e il Corpo della Guardia di Finanza, a cui compete, per legge e per Costituzione, il difficile e mai abbastanza apprezzato compito di far rispettare il sacro principio della capacità contributiva e dell’uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini di fronte alla Legge; comprese le imprese, più o meno grandi, più o meno potenti, più o meno “oppresse”.

Insomma il detto “armiamoci e partite” è già di per sé poco edificante.

Ma il detto “armiamoci, partite e non sparate” è addirittura ridicolo.

Dall’alto delle Sue lezioni universitarie, comunque, Lei saprà certamente comprendere che il problema non è quello di ridurre, od eliminare, i controlli fiscali, quanto piuttosto quello di riformare il sistema normativo per cercare di ridare efficienza ed equità ad una politica fiscale che, non per colpa dell’Amministrazione finanziaria e del Corpo della Guardia di Finanza, che si limitano ad attuare le politiche, anche normative, del Governo, soffre di palesi limiti e criticità.

Prima della oppressione che subiscono le imprese che evadono (perché di questo si sta parlando), sarebbe dunque forse opportuno pensare alla oppressione che subiscono tutti gli altri cittadini, che, per pagare quanto in tanti evadono, sono costretti a subire una pressione fiscale a volte veramente insostenibile.

In conclusione, per tutti gli appartenenti all’Amministrazione Finanziaria e del Corpo della Guardia di Finanza è un onore servire lo Stato e perseguire gli evasori fiscali.

È un onore recuperare un gettito complessivo di 58.674 milioni di euro, pur percependo stipendi medi di 1.300 €. recentemente oggetto di ridicoli aumenti contrattuali.

Sarebbe dunque auspicabile che anche chi ci rappresenta istituzionalmente ed in particolare il responsabile del Dicastero dell’Economia e Finanze, provasse gli stessi sentimenti di onore ed orgoglio.

L’alternativa potrebbe essere quella di convertirci tutti alla filosofia ben espressa in un recente film comico dove il protagonista, volendo fare la parodia dell’italiano medio, quando parla di tasse educa il figlio affermando ”quante volte ti devo dire che le tasse sono come una droga, se le paghi anche solo una volta per provare, finisce che ti vien la voglia”?.

In conclusione, tenuto conto che Lei quale responsabile del Dicastero dell’Economia e delle Finanze ogni anno stabilisce le direttive per l’attività di controllo sia della Guardia di Finanza che dell’Agenzia delle Entrate provveda a diminuire il numero dei soggetti interessati a verifiche e controlli in modo da consentirci di essere, in futuro, meno “oppressivi”.