Quale futuro per gli operai Fiat?

26 Ottobre 2011 0 Di redazione

Dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti – Confederazione Unitaria di Base riceviamo e pubblichiamo:
Continuano i proclami dell’amministratore delegato della Fiat sul sito produttivo di Cassino e sulle ipotesi industriali che dovrebbero essere implementate nei prossimi mesi. Una sorta di piano industriale che nessuno conosce ma di cui si parla in continuazione.
L’amministratore delegato della Fiat ha detto nei giorni scorsi che il sito produttivo della Fiat di Cassino sarà strategico rispetto a un segmento produttivo esclusivo, e che il suo rilancio è prossimo a venire, e sarà occasione di sviluppo per l’intero comprensorio. Non è dato sapere, tuttavia, quando partirà il nuovo piano produttivo, quanti lavoratori saranno impiegati, quanti saranno licenziati, quante nuove assunzioni saranno effettuate, quante di queste assunzioni saranno a tempo indeterminato, quante di queste eventuali nuove assunzioni saranno a beneficio dei sindacalisti concertativi e dei politici governativi, quali saranno le regole della organizzazione del lavoro, quanta cassa integrazione verrà ancora chiesta all’INPS, che fine faranno i lavoratori con ridotte capacità lavorative, quale sarà il metodo di lavoro, quali saranno le relazioni industriali e sindacali, quanti saranno i lavoratori addetti in aziende dell’indotto …. insomma, non si sa nulla, ma tutti ne parlano.
Ne parlano soprattutto i sindacati aziendalisti e governativi che parlano del futuro dello stabilimento Fiat di Cassino come se fosse cosa acclarata e consolidata, come se fosse una cosa certa che non abbisogna di ulteriori approfondimenti (un po’ come il milione di posti di lavoro promessi da un altro miracolista della prima ora). A loro, ai sindacalisti di comodo, bastano alcuni proclami giornalistici per sentirsi in diritto di vaticinare su tutti gli aspetti di un piano industriale che non esiste e per spegnere qualsiasi focolaio di conflitto sociale che dovesse nascere per disturbare il manovratore.
Le lavoratrici e i lavoratori della Fiat di Cassino hanno il diritto di conoscere il proprio futuro occupazionale all’interno dell’azienda. Hanno il diritto di avere certezze rispetto alla precarietà che emerge dalle nuove norme sul diritto del lavoro e sulla libertà di licenziamento. Hanno diritto, in buona sostanza, a pianificare la propria esistenza e quella delle proprie famiglie, e di potersi costruire un percorso di vita stabile e duraturo.
Non si può lasciare il futuro economico e sociale del nostro comprensorio in mano a “proclami” mediatici privi di alcun riscontro. Non si possono lasciare migliaia di famiglie in balìa di manager senza scrupoli e sindacalisti ignoranti e accondiscendenti.
Nessuna delega in bianco può essere apposta senza i dovuti passaggi di informazione e consultazione dei lavoratori e tra lavoratori. I lavoratori sono i reali soggetti interessati al futuro dello stabilimento della Fiat di Cassino e non è pensabile che siano totalmente ignorati e bistrattati dal contesto decisionale che dovrebbe riguardarli. Le trattative tra azienda e sindacati di comodo non possono proseguire, come sta avvenendo in questi giorni, alle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto per ciò che attiene il loro futuro.
Serve una nuova stagione di conflitti e antagonismo sociale, che parta dai reali bisogni dei lavoratori, ponendo i loro diritti individuali e collettivi al centro di qualsiasi discussione sindacale. Una stagione di azioni sindacali mirate a riaffermare la centralità del lavoro per migliaia di operai che pagano in prima persona l’arretramento delle condizioni materiali sui luoghi di lavoro.

I rappresentanti e gli iscritti della FLMUniti-CUB
operai Fiat di Piedimonte San Germano