Fermo produttivo alla Reno de Medici, azienda chiede Cassa Integrazione e dice: “Depuratore è competenza Cosilam”

Fermo produttivo alla Reno de Medici, azienda chiede Cassa Integrazione e dice: “Depuratore è competenza Cosilam”

11 Febbraio 2020 0 Di redazione

Villa Santa Lucia – Con riferimento al fermo produttivo dello stabilimento Reno De Medici di Villa Santa Lucia eseguito in ottemperanza a quanto disposto nel provvedimento di sequestro del depuratore del Consorzio Cosilam da parte della competente Autorità Giudiziaria, la Società in una nota precisa di avvalersi del depuratore del Consorzio, ove, a far data dal 2009, convoglia i propri reflui in virtù di un contratto sottoscritto con il Consorzio stesso per il loro trattamento, rispettando scrupolosamente i limiti contenuti nel contratto stesso e pagando al Consorzio Cosilam ingenti somme ogni anno per il servizio di depurazione.

“La Società – si legge nella nota – è sempre stata solerte nella scrupolosa verifica dell’osservanza di tali limiti, compiendo costantemente sui propri reflui analisi e controlli prima che gli stessi fossero convogliati nell’impianto consortile.

Appresa la notizia da parte del Cosilam del sequestro del depuratore e della conseguente impossibilità per l’Ente di continuare a trattare i reflui della Cartiera di Reno De Medici, la Società è stata costretta a bloccare la produzione dello stabilimento di Villa Santa Lucia per evitare il convogliamento dei reflui al depuratore consortile.

In tale contesto, la Società ha fatto richiesta di Cassa Integrazione per tutti i dipendenti sino al permanere dell’impossibilità di avvalersi del depuratore del Cosilam. La sospensione dell’attività coinvolgerà oltre tutti i dipendenti anche tutte le attività dell’indotto.

Si ribadisce, inoltre, che la presenza di zinco contestata nel provvedimento non ha nulla a che fare con il ciclo produttivo cartario, in quanto tale sostanza non è rinvenibile in questo tipo di produzione.

Siamo fiduciosi affinché si riesca a trovare una soluzione che consenta una rapida ripresa dell’attività produttiva, e che, nel contempo, risolva le problematiche ambientali che hanno portato la magistratura al sequestro del depuratore.

La Società – conclude la nota – si è già attivata anche nei confronti della clientela al fine di evitare che tale circostanza, pur non imputabile ad una sua negligenza, abbia risvolti negativi sul futuro aziendale, predisponendo misure alternative che le consentano di soddisfare gli ordini, servendosi, dove necessario, dell’efficienza produttiva degli altri stabilimenti del Gruppo RDM”.