Scandalo Karibu a Latina, arrestate moglie e suocera di un parlamentare

Scandalo Karibu a Latina, arrestate moglie e suocera di un parlamentare

30 Ottobre 2023 0 Di redazione

Latina – Ulteriori sviluppi a Latina sul caso di della cooperativa Karibu in cui è coinvolta la famiglia del deputato Aboubakar Soumahoro. Il gip del tribunale Pontino ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per la moglie e la suocera del Parlamentare.

La vicenda è quella delle due cooperative Karibu e Consorzio Aid, che si occupavano della gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina. Questa mattina i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza che prevede le misure cautelari personali degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora presso il proprio comune di residenza nei confronti dei membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata Karibu di cui fanno parte i familiari di Soumahoro.

Nella misura cautelare anche il sequestro preventivo a fini di confisca, dei beni di parenti all’estero. I reati contestati vanno dalla frode nelle pubbliche forniture, la bancarotta fraudolenta patrimoniale e auto-riciclaggio. In particolare le cooperative Karibu e Consorzio agenzia per l’inclusione e i diritti Italia e la Jambo Africa hanno percepito ingenti fondi pubblici da Prefettura, Regione per progetti riguardanti richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato tanto che sono state riscontrate numerose criticità nelle strutture gestite dalle cooperative.

Nelle verifiche sono emerse il sovrannumero di ospiti; alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato; condizioni igieniche carenti; derattizzazione e deblattizzazione assenti; riscaldamento assente o comunque non adeguato; carenze nell’erogazione dell’acqua calda; carenze nella conservazione delle carni; insufficienza e scarsa qualità del cibo; presenza di umidità e muffa nelle strutture; carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici; insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene.

In particolare erano gravi le situazioni che riguardavano i Cas di Aprilia (Via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Maenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla Karibu, nonché quelle dei Cas di Latina (Via Romagnoli e Via del Pioppeto) gestiti da Consorzio Aid. Ciò che risparmiavano per il benessere degli stranieri, secondo gli investigatori, sono stati utilizzati per spese varie in alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori e gioielli. Molte delle somme sono state trasferite in Ruanda, Belgio e Portogallo.