Inceneritore di San Vittore del Lazio: i cittadini si auto-tutelano, nasce il tavolo delle associazioni ambientaliste

Inceneritore di San Vittore del Lazio: i cittadini si auto-tutelano, nasce il tavolo delle associazioni ambientaliste

14 Dicembre 2017 0 Di Felice Pensabene

San Vittore del Lazio -  Dopo l’incidente all’inceneritore di rifiuti di San Vittore del Lazio (conosciuto come termovalorizzatore o termocombustore) del 25 ottobre scorso, i cittadini dell’area circostante vivono uno stato di “allarme”. I sindaci dei Comuni di San Vittore del Lazio, Cervaro, San Pietro Infine, Rocca d’Evandro hanno emesso ordinanze precauzionali in attesa dei rassicuranti, puntuali e scontati monitoraggi ambientali dell’Arpa. Si legge: “Divieto di raccolta, vendita, e consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati; Divieto di pascolo di animali; Divieto di utilizzo di foraggi per gli animali; Obbligo di provvedere al mantenimento degli animali da cortile in stabulazione chiusa, evitando il razzolamento”. Ordinanze tuttora vigenti.

Alluminio totale: 32.000 μg/l rispetto ai 200 μg/l, Ferro totale: 30.000 μg/l rispetto ai 200 μg/l, Manganese totale: 658 μg/l rispetto ai 50 μg/l. Questi gli allarmanti dati dello stato delle acque sotterranee che nel marzo 2015 risultarono dalle indagini di Arpa Lazio attraverso i piezometri presenti nell’area dell’impianto dell’inceneritore di San Vittore del Lazio. Ma nonostante questi eclatanti e preoccupanti segnali, la Regione Lazio rilasciò comunque l’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale). «E’ ora che i cittadini prendano le sorti della propria salute, – esordiscono gli attivisti ambientalisti Salvatore Avella, Massimo Maraone e Alessandro Barbieri – dove la vita e la morte sono decise da un pugno ristretto di persone.» Sforamenti quotidiani di PM10 e PM 2.5, Benzene, CO² e le famigerate “nanoparticelle” che preoccupano dannatamente la salute dei cittadini che vivono non solo nei pressi dell’area dell’impianto, ma anche a distanza di decine chilometri. L’insorgere di malattie, piante che hanno smesso di fruttificare, l’aumento esponenziale delle morti non tranquillizza affatto le popolazioni del cassinate che dal 2003 devono fare i conti con l’eco-mostro che quotidianamente trasforma migliaia di tonnellate di rifiuti in polveri fini e ultrafini pericolose per l’ambiente e la salute (oltre che produrre tonnellate di altrettanto pericolose ceneri pesanti). Sì, perché gli inceneritori NON distruggono, ma “trasformano”. E secondo la legge della conservazione della massa “In natura nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” (Antoine-Laurent de Lavoisier, XVIII sec.). «Oggi più che mai – proseguono gli attivisti – corre l’obbligo di una presa di coscienza da parte dei cittadini che, oltre a reclamare la trasparenza delle istituzioni, pretendendo misure di monitoraggio ambientale complete. Sì, complete, perché ad oggi gli organi preposti alla tutela della salute e dell’ambiente, quali Arpa, Ispra, CNR, AUSL (e non università), ci nascondono “per legge” il particolato ultrafine (nanoparticelle) che, data la sua dimensione nanoscopica, è assai più insidioso e pericoloso rispetto a tutti gli altri inquinanti atmosferici.» Per questo motivo, alcune associazioni ambientaliste, comitati, movimenti e semplici cittadini, daranno vita ad un “Tavolo delle Associazioni Ambientaliste” non solo del Lazio, ma esteso anche a Molise, Abbruzzo e Campania, dove chiunque potrà farne parte. Tra gli scopi del tavolo, anche quello di denunciare alla Corte Europea le diverse violazioni di norme in tema ambientale. L’appuntamento è per sabato 16 Dicembre alle ore 11.30 presso il casello dell’autostrada di San Vittore del Lazio, per un sit-in informativo “No Inceneritori”. «Ci appelliamo a tutte le persone sensibili che sentono il problema di vitale importanza per il prosieguo della loro stessa vita e soprattutto per le generazioni future.»

 

F.to Avella Salvatore, Maraone Massimo, Barbieri Alessandro