Quando partire per un safari in Africa: il clima e le stagioni da conoscere

Quando partire per un safari in Africa: il clima e le stagioni da conoscere

26 Maggio 2025 0 Di redazione

Attualità – Il continente africano, vasto e straordinariamente eterogeneo dal punto di vista climatico e ambientale, offre numerose opportunità per intraprendere un safari in qualsiasi momento dell’anno. La comprensione delle stagioni e delle specifiche caratteristiche climatiche delle diverse aree geografiche è tuttavia essenziale per pianificare un viaggio soddisfacente, sia dal punto di vista naturalistico che esperienziale. La distinzione principale riguarda la stagione secca e quella delle piogge. La prima è generalmente preferita per i safari poiché la vegetazione più rada e la scarsità d’acqua favoriscono la concentrazione degli animali selvatici intorno alle poche fonti disponibili, facilitandone l’osservazione. D’altra parte, anche la stagione delle piogge offre vantaggi, come un paesaggio più verdeggiante, tariffe più contenute e la presenza di molte specie di uccelli migratori.

Africa orientale: Kenya, Tanzania e Uganda
In Africa orientale, la stagionalità è marcatamente influenzata dai monsoni. La stagione secca principale va da giugno a ottobre, con una breve pausa arida anche tra gennaio e febbraio. In questi periodi le condizioni meteo sono favorevoli e l’attività faunistica intensa, soprattutto nelle grandi riserve naturali. Tra i luoghi più iconici vi è il Serengeti, in Tanzania, teatro della celebre Grande Migrazione: un fenomeno biologico che coinvolge oltre un milione di gnu, zebre e antilopi in un ciclo perpetuo di spostamento tra le praterie del Serengeti e quelle del Masai Mara, in Kenya. Le mandrie seguono le piogge stagionali in cerca di pascoli verdi, dando vita a uno degli spettacoli più impressionanti del mondo naturale.

Il fascino del safari in Tanzania
Tra le destinazioni più ambite, il safari in Tanzania rappresenta una delle esperienze più autentiche e suggestive che l’Africa possa offrire. Il periodo da giugno a ottobre, corrispondente alla lunga stagione secca, è ideale per visitare i parchi del nord come il Serengeti e l’Area di Conservazione di Ngorongoro. Durante questi mesi, gli avvistamenti sono facilitati dalla vegetazione bassa e dalla presenza di numerosi animali attorno alle pozze d’acqua. Anche la breve stagione secca tra gennaio e febbraio è molto interessante, poiché coincide con la stagione delle nascite degli gnu nella pianura meridionale del Serengeti: un momento in cui il paesaggio si anima di nuovi cuccioli e di predatori in agguato, offrendo ai fotografi naturalisti opportunità uniche.

Africa meridionale: Botswana, Namibia e Sudafrica
Spingendosi più a sud, la stagionalità cambia sensibilmente. In Namibia e Botswana, la stagione secca va da maggio a ottobre e si rivela perfetta per il safari. Le temperature sono più fresche, le precipitazioni minime e gli animali più facili da avvistare, soprattutto attorno a fiumi e laghi stagionali. Si potrebbero vivere emozioni uniche, come assistere in diretta al parto di una zebra, evento accaduto di recente e pubblicato online. Il delta dell’Okavango in Botswana è celebre per i suoi safari in mokoro (una sorta di canoa tradizionale), che permettono un approccio silenzioso e ravvicinato alla fauna. Il Sudafrica, invece, grazie alla sua rete stradale sviluppata e alla vasta offerta di riserve private, rappresenta una scelta eccellente per chi desidera un safari accessibile e confortevole. Il Kruger National Park è visitabile tutto l’anno, ma da maggio a settembre le condizioni sono generalmente migliori per chi desidera avvistare i Big Five.