A Bolzano 4.300 con problemi di dipendenze, si lavoro ad un nuovo approccio per contrastare droga, alcol e gioco

A Bolzano 4.300 con problemi di dipendenze, si lavoro ad un nuovo approccio per contrastare droga, alcol e gioco

7 Agosto 2025 0 Di redazione

Bolzano – Nel corso del 2024, circa 4.300 altoatesini con problemi di dipendenze, sono stati presi in carico dalle strutture sanitarie della Provincia Autonoma.

Di questi circa 1.200 erano assuntori di droghe, circa 200 del gioco d’azzardo e ben 2.900 circa con problemi di alcolismo.

Si tratta di dati non semplici da raccogliere e mettere a sistema perché le strutture sanitarie che si occupano della problematica, non solo in Alto Adige, stanno vivendo un momento di profondo cambiamento nelle modalità di intervento.

Basta dire che, soltanto negli ultimi anni, la dipendenza da alcool e gioco d’azzardo è stata equiparata a quella delle droghe. L’ufficio assistenza sanitaria della provincia non si fa trovare impreparata dai cambiamenti e, da circa un anno, sta lavorando per “scrivere le nuove linee guida della politica per la lotta alle dipendenze – spiega Carla Melani, direttrice dell’ufficio Assistenza sanitaria della Ripartizione Salute della Provincia di Bolzano. – una necessità dovuta al cambiamento del fenomeno delle dipendenze rispetto al 2003 a cui risalgono le linee guida attualmente in vigore”.

In 22 anni, infatti, il problema delle dipendenze è cambiato e si è ampliato non soltanto nei numeri, ma in ogni suo aspetto e modalità “e, seppure nel 2013 sono stati fatti dei parziali aggiornamenti, è arrivato il momento di riscrivere le regole per tutti gli operatori del settore e che siano valide per i prossimi dieci anni”.

Linee guida “che – aggiunge Massimiliano Ghezzi, referente del settore dipendenze patologiche dello stesso ufficio – devono essere valide per ogni tipo di situazione, da quella dovuta all’assunzione di sostanze sia lecite che illecite, quindi droghe o alcool, fino a quelle comportamentali dovute al gioco compulsivo”.

Perché la problematica, da sempre complessa, lo è diventata ancora di più e “le nuove linee guida, ad esempio, a differenza delle precedenti modalità di intervento, devono tener conto anche del fenomeno del ‘policonsumo’, cioè di persone che sono dipendenti non solo da una sostanza, ma che possono esserlo contemporaneamente da più tipi di droga, oltre che dall’alcool e dal gioco. Significa che non si può più intervenire a compartimenti stagno, ma che i servizi devono essere integrati”.

Inoltre cambia anche l’approccio con i giovani nelle scuole. “Basta con il semplice spot che può avere come effetto quello di incuriosire – aggiunge Ghezzi – ma puntare sul rafforzamento delle competenze sociali e umane di ciascun giovane, insegnandogli ad affrontare le problematiche del gruppo a cui appartiene”. 

Non si tratta, quindi, di un cambiamento dovuto ad una impennata di nuovi consumatori delle  sostanze tradizionali “che al momento non sembra esserci – dice Antonio Fanolla, responsabile dell’Osservatorio per la Salute – i dati di incidenza, ossia i nuovi casi,  secondo il Sistema Informativo Nazionale Dipendenze, infatti, sono pressocché costanti di anno in anno”. Si cambia, quindi, perché “c’è la necessità – dice Melani – di rivedere l’approccio complessivo al problema”.

Un lavoro “iniziato a marzo dell’anno scorso e che vede coinvolti anche tutti i partner del territorio, privati o volontari che siano”, dice la dirigente riferendosi al lavoro di raccolta dei pareri di chi lavora nel settore. Dati che “confluiscono su un tavolo più ristretto, composto da 15 figure, molte delle quali hanno una formazione scientifica, che costituiscono una sorta di collettore a cui spetta il lavoro di sintesi. Contiamo di ultimare questo compito entro il 2026” sostiene Melani. 

Ermanno Amedei

Südtirol: Rund 4.300 Menschen wegen Suchtproblemen in Behandlung – neue Leitlinien in Arbeit

Bolzen – Im Laufe des Jahres 2024 wurden rund 4.300 Südtiroler*innen mit Suchterkrankungen von den Gesundheitseinrichtungen des Landes betreut. Darunter etwa 1.200 Drogenkonsument*innen, knapp 200 Personen mit Spielsucht – und stolze 2.900 mit Alkoholproblemen.

Diese Zahlen sind gar nicht so einfach zu erfassen, geschweige denn systematisch auszuwerten – denn nicht nur in Südtirol, sondern in ganz Italien befindet sich der gesamte Suchtbereich derzeit in einem tiefgreifenden Wandel.

Allein die Tatsache, dass Alkohol- und Spielsucht erst seit wenigen Jahren rechtlich und medizinisch den Drogenabhängigkeiten gleichgestellt sind, zeigt, wie stark sich die Wahrnehmung verändert hat. „Unser Amt reagiert auf diesen Wandel“, erklärt Carla Melani, Leiterin des Amtes für Gesundheitsversorgung der Abteilung Gesundheit des Landes. „Seit rund einem Jahr arbeiten wir an neuen Leitlinien für die Suchtpolitik, weil sich die Realität seit 2003 – dem Jahr, aus dem die derzeit gültigen Vorgaben stammen – massiv verändert hat.“

Tatsächlich hat sich das Suchtproblem in den letzten 22 Jahren nicht nur zahlenmäßig, sondern in all seinen Facetten und Erscheinungsformen stark ausgeweitet. Zwar wurden 2013 einige Richtlinien angepasst, doch jetzt ist klar: Es braucht eine grundlegende Neuausrichtung, die für die nächsten zehn Jahre tragfähig ist – und für alle, die im Suchtbereich arbeiten.

„Die neuen Leitlinien müssen alle Situationen abdecken“, betont Massimiliano Ghezzi, Suchtbeauftragter im Amt. „Egal ob es um legale oder illegale Substanzen geht – also Drogen oder Alkohol – oder um Verhaltenssüchte wie pathologisches Glücksspiel.“

Denn das Suchtverhalten ist heute oft komplexer denn je. „Ein gutes Beispiel dafür ist der sogenannte Polykonsum“, so Ghezzi weiter. „Viele Menschen konsumieren nicht nur eine einzige Droge, sondern sind gleichzeitig süchtig nach mehreren Substanzen – vielleicht kombiniert mit Alkohol oder Spielsucht. Solche Fälle lassen sich nicht mehr isoliert behandeln. Die Versorgungssysteme müssen ineinandergreifen und abgestimmt arbeiten.“

Auch in der Prävention, etwa an Schulen, ändert sich der Ansatz. Weg von reinen Abschreckungskampagnen: „Solche Spots machen manche Jugendliche eher neugierig“, meint Ghezzi. „Stattdessen wollen wir die sozialen und persönlichen Kompetenzen stärken – junge Menschen sollen lernen, mit Gruppendruck und Herausforderungen umzugehen.“

Der Wandel ist dabei nicht auf eine plötzliche Zunahme an Suchtfällen bei klassischen Substanzen zurückzuführen. „Solche **neuen Konsumwellen sehen wir derzeit nicht“, erklärt Antonio Fanolla, Leiter des Landesobservatoriums für Gesundheit. „Die Inzidenzraten – also die Anzahl der neuen Fälle – bleiben laut dem nationalen Suchtinformationssystem seit Jahren ziemlich stabil.“

Es geht also um etwas Grundsätzlicheres: „Wir müssen das gesamte Verständnis von Sucht neu denken“, so Melani.

Das Projekt zur Erarbeitung der neuen Leitlinien läuft seit März letzten Jahres und bezieht auch alle lokalen Partner – ob privat oder ehrenamtlich – mit ein. „Wir sammeln Rückmeldungen von Menschen aus der Praxis“, sagt Melani. Die Informationen fließen dann in eine Kernarbeitsgruppe mit 15 Fachleuten – viele davon mit wissenschaftlichem Hintergrund – die alles zusammenführen und aufbereiten. „Wir gehen davon aus, dass wir diese Arbeit bis 2026 abschließen können.“

Ermanno Amedei

(Übersetzung mithilfe einer KI-Anwendung)