Fiat; Abbruzzese: “Da Marchionne basta promesse, passi ai fatti”

16 Gennaio 2013 0 Di Felice Pensabene

“Quanto sta accadendo in casa Fiat ha dell’incredibile. Assistiamo ormai da troppo tempo a continui balletti e rassicurazioni da parte della dirigenza, ma alle quali non hanno fatto seguito i fatti”. Lo sostiene Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio. “Siamo passati dalle promesse dello scorso dicembre con le quali l’Amministratore delegato, Sergio Marchionne, inquadrava in un ottica ben precisa la produzione di nuovi modelli della Fiat negli stabilimenti italiani, alla decisione di attivare nuovi periodi di cassa integrazione per gli stabilimenti: a Piedimonte San Germano prima e a Melfi e a Pomigliano oggi. La situazione, dunque, non è delle migliori. Qui la Fiat, infatti, ha appena firmato un’intesa con i sindacati, ad eccezione della Fiom, che definisce esuberi per 1400 lavoratori che erano in attesa di rientrare in produzione.

“Il numero uno del Lingotto infatti asserisce, anche nelle ultime ore, che non prevede nel 2013 una ripresa della domanda di automobili – prosegue Abbruzzese – rimettendo platealmente ogni decisione sui futuri impegni dell’azienda a quanto accadrà alle prossime elezioni politiche. Trovo che questo atteggiamento – puntualizza il presidente del Consiglio regionale – unitamente al balletto sulla produzione o meno di nuovi modelli sia alquanto sconsiderato. Soprattutto in un momento economicamente difficile per il settore dell’auto a livello europeo, dove gli ultimi dati ci dicono che nel 2012 le nuove immatricolazioni in Europa hanno toccato il livello più basso dal 1995 con 12.053.904 auto vendute, occorrono strategie industriali ben precise”.

“Ritengo che Marchionne debba passare dalle parole ai fatti. Ci sono tante famiglie e lavoratori che non possono accontentarsi di dichiarazioni estemporanee sulla chiusura o meno degli stabilimenti italiani visto che si sta giocando con il loro futuro occupazionale. Al di là dell’inopportunità di schierarsi apertamente con Monti su quello che dovrà essere il futuro degli stabilimenti – conclude – sarebbe il caso che i dirigenti della Fiat portino avanti le promesse fatte, ovvero quella di produrre in Italia auto di alto livello che risultino più competitive sul mercato internazionale. Promuovere l’esportazione è l’unica strada che può mettere veramente al sicuro molti lavoratori, oltre a consentire al nostro marchio nazionale di riprendere quel posto di prestigio che gli spetta”.