Sfruttamento dei braccianti nell’agro aversano, arrestati un imprenditore agricolo e la moglie

Sfruttamento dei braccianti nell’agro aversano, arrestati un imprenditore agricolo e la moglie

10 Dicembre 2025 0 Di redazione


Nella mattinata di oggi i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Lavoro, con il supporto del Gruppo di Aversa, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura.

L’ordinanza dispone gli arresti domiciliari per un imprenditore agricolo dell’area aversana, per la moglie e per un cittadino indiano, dell’obbligo di presentazione alla P.G. nei confronti di un secondo cittadino indiano. I quattro sono indagati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato, oltre che per violenza e minaccia.



Una rete di sfruttamento tra Napoli e Caserta

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, condotte tra febbraio e luglio 2024, l’imprenditore avrebbe reclutato, con l’aiuto dei coindagati, tra 40 e 80 lavoratori, per lo più cittadini indiani irregolari. I braccianti venivano impiegati nei campi tra Napoli e Caserta in condizioni definite dagli inquirenti di “grave sfruttamento”, approfittando del loro stato di necessità.

Gli investigatori hanno documentato turni di 10-14 ore al giorno, compensi di circa 2,70 euro l’ora, assenza di giorni di riposo e impossibilità di assentarsi anche in caso di malattia. La pausa pranzo era concessa solo dopo il raggiungimento della quota di raccolta: “senza la quota non si mangia”, avrebbero riferito alcuni lavoratori.



Trasporti insicuri e minacce

I braccianti venivano trasportati sui campi ammassati nei furgoni per il trasporto merci, senza alcuna misura di sicurezza. Sul luogo di lavoro erano sottoposti a costante sorveglianza, minacciati di non essere pagati o di non essere più assunti in caso di rallentamenti.

Nonostante pioggia e condizioni atmosferiche difficili, erano obbligati a continuare l’attività, riparandosi talvolta con semplici buste di plastica. Gli operai lavoravano inoltre durante lo spargimento di pesticidi nocivi, senza protezioni, e chi si allontanava per malore veniva minacciato di non essere più impiegato.

Le indagini hanno inoltre evidenziato condizioni abitative fatiscenti e pressioni per impedire qualsiasi collaborazione con le Forze dell’Ordine, accompagnate da minacce di violenze fisiche.

I sequestri

Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo che ha portato al sequestro di quattro furgoni utilizzati per il trasporto dei lavoratori e di 542.934,56 euro, ritenuti profitto dell’attività illecita, trovati nel magazzino-sede dell’imprenditore.



Un fenomeno diffuso

L’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto al caporalato nell’area agro-aversana. Al momento l’imprenditore e la moglie si trovano ai domiciliari, mentre i due cittadini indiani destinatari delle misure risultano irreperibili.

Nel corso dell’indagine sono stati effettuati controlli con la collaborazione del Nucleo Operativo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli, dell’Ispettorato del Lavoro dell’Area Metropolitana di Napoli e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nell’ambito del progetto A.L.T. Caporalato D.U.E.