Addio zio Peppuccio. Scomparso a Coreno nel 2011, il Gip archivia il caso di Giuseppe Ruggiero

Addio zio Peppuccio. Scomparso a Coreno nel 2011, il Gip archivia il caso di Giuseppe Ruggiero

19 Settembre 2016 0 Di redazione

Coreno Ausonio – Archiviato il caso sulla scomparsa di Giuseppe Ruggiero e Zio Peppuccio è scomparso definitivamente. L’anziano scomparì nel nulla il 15 maggio del 2011 in circostanze misteriose. Ipotizzando la sua morte in un luogo di montagna impervio, forse cadendo in qualche crepaccio, noinostante le ricerche compiute da centinaia di persone, nulla di lui, a parte il suo ciclomotore venne mai trovato. Il figlio Antonio e tutti i suoi parenti sostenendo che l’anziano padre non fosse morto in quei luoghi e ipotizzando che qualcuno lo aveva portato da qualche parte, si era opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura della Repubblica. Il questi giorni il gip di Cassino ha sciolto la riserva su quella richiesta di archiviazione accogliendola. Il caso, quindi, è chiuso ma l’amarezza per la famiglia è tanta e il figlio dello scomparso ha affidato lo sfogo ad una lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo.

“Cari Amici, sono Tonino, il figlio di Giuseppe Ruggiero detto Zio Peppuccio e vi comunico che, mio padre scomparso una prima volta da Coreno Ausonio (FR) il 15 maggio 2011, e scomparso una seconda volta a cinque anni di distanza, ora (adesso) per l’indifferenza di tutti!

Con molto rammarico vi informo dell’archiviazione comunicatomi oggi dall’Avvocato Enrico Mastantuono del foro di Latina, (che ringrazio anche in nome della famiglia, per la sua vicinanza e completa dedizione verso la nostra “causa”) con la quale lo Stato Italiano attraverso i suoi rappresentanti, pone per sempre la parola fine sulla misteriosa vicenda di mio padre.

Il GIP ha scritto che non deve essere fatta alcuna investigazione suppletiva, data l’oggettiva impossibilità di giungere con adeguata certezza all’individuazione dell’autore del reato ecc. Ecc. .

In questo momento di grande frustrazione per noi, non ci sentiamo di aggiungere nulla a quello che ci è stato comunicato dal nostro Avvocato, sennonché stiamo valutando importantissime iniziative future, sia della famiglia che dell’Associazione Penelope, che a breve comunicheremo tramite una conferenza stampa.

L’amarezza per quest’ulteriore archiviazione, ha preso il sopravvento su ogni altro aspetto, in quanto, (nella camera di Consiglio tenutasi presso il Tribunale di Cassino il sette luglio scorso), chiedemmo una successiva attività investigativa, finalizzata quantomeno al ritrovamento dei poveri resti di mio padre.

La condizione in cui ci troviamo adesso, non certo consolatoria, fa presagire che il ritrovamento di mio padre possa avvenire soltanto per puro caso, domani come tra cent’anni, magari per una confessione in punto di morte di qualcuno: “MENO MALE CHE E’ SUCCESSO A “LORO”, E NON A NOI”!

Come mia madre, ha annunciato attraverso un video-appello nello scorso mese di maggio, la mia famiglia non cerca vendetta e, a questo punto, neanche giustizia. Se qualcuno adesso la desidera, deve solo sperare che quello che è successo a mio padre non capiti a nessun altro; la nostra famiglia – lasciata da sola di fronte a questo dramma – ha già dato!

Noi, gente mite, semplice e pacifica, volevamo soltanto una tomba su cui poter piangere mio padre; e come vedete, questo c’è stato negato. Ora, le sue misere ossa, potranno restare abbandonate per sempre sulla nuda terra, come quelle di un animale!

Siamo schifati di tutto quello che è successo in questi anni, e ribadisco che, questa non è una vergogna solo per noi: lo è per tutta la comunità di Coreno, l’intero territorio della valle dei Santi, la società civile, e l’Italia tutta; quella composta da galantuomini.

Finisco con una frase tratta dalla Lettera Aperta (in quella paginetta per chi volesse leggerla c’è scritto questo, ed altro) che il 09 maggio 2016 ho indirizzato a sette personaggi delle Istituzioni: dal Presidente della Repubblica Italiana a Papa Francesco, senza essere degnato tuttora di una qualsivoglia risposta – se non questa – comunicataci dal tribunale di Cassino:

…..Da rispettabile cittadino Italiano, ha sempre dato lustro alla Patria che tanto amava, ed ha pagato regolarmente le imposte (cosa che continua a fare tuttora) quindi, è stato gioco facile dimenticarlo. Questa persona cui è stato impedito di continuare a fare il nonno – è mio padre – e i requisiti come si vede li aveva tutti: per questo motivo, e all’insaputa dei più, sta bene nel posto in cui si trova”. 

Tonino Ruggiero РRappresentante della famiglia e figlio dello scomparso, nonch̩ vice Presidente di Penelope Lazio ONLUS, Associazione delle Famiglie e Amici delle Persone Scomparse.

Er. Amedei