Sul sito per le scori nucleari il governo ci ripensa, il viterbese potrebbe essere salvo

Sul sito per le scori nucleari il governo ci ripensa, il viterbese potrebbe essere salvo

6 Maggio 2025 0 Di redazione

Viterbo – “Stiamo studiando nuovi depositi di rifiuti radioattivi a bassa intensità. Abbiamo ormai scartato l’idea di un centro unico, perché è illogico a livello di efficienza, ma si può pensare di andare avanti con i 22 già esistenti”.

Questo l’annuncio del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin durante l’evento “Nuove energie” organizzato da “La Stampa” alle Ogr di Torino, dove si è discusso di rinnovabili, stoccaggio e futuro. Ma al centro c’è stato il nucleare. “Dobbiamo creare tutte le condizioni per un mix energetico, compreso il nucleare, con il gas di transito. Questa – aggiunge – è la nostra sfida. E se nel futuro il nucleare costerà di più del fotovoltaico, saranno le leggi del mercato a decidere”. Attualmente esistono una ventina i depositi che producono o detengono le scorie radioattive e provvedono al loro trattamento e stoccaggio, tra cui le 4 vecchie centrali nucleari chiuse negli anni’80.

“Accogliamo con soddisfazione l’annuncio del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin in ordine alla volontà del governo di scartare l’ipotesi di realizzazione di un deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi con conseguente superamento della carta nazionale dei siti idonei”. Così in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio Daniele Sabatini.

“Naturalmente non possiamo che essere favorevoli a questa soluzione considerando l’impegno della Regione Lazio, con il presidente Francesco Rocca in testa, per salvaguardare la Tuscia opponendosi alla possibile individuazione del nostro territorio come area idonea; impegno che si è concretizzato con atti amministrativi concreti, oltre che con una chiara ed inequivocabile manifestazione di volontà politica varie volte riconfermata.

Quanto dichiarato dal ministro è in perfetta coerenza con la serietà del governo Meloni che ha deciso di cambiare strada rispetto a decisioni ereditate dai precedenti esecutivi, escludendo dall’inizio imposizioni e decisioni calate dall’alto, non condivise dalle comunità locali”.

Ermanno Amedei