Aggiustano gratis le biciclette a studenti e migranti, è la ciclofficina popolare a Bolzano

Aggiustano gratis le biciclette a studenti e migranti, è la ciclofficina popolare a Bolzano

27 Giugno 2025 0 Di redazione

Bolzano – Aggiustano gratis le biciclette e insegnano a chiunque voglia imparare come regolare un cambio, riparare una foratura o sistemare i freni.

È stata la passione per le biciclette, ma anche il desiderio di contribuire alla sostenibilità ambientale, a spingere un gruppo di giovani a mettere su una ciclofficina popolare a Bolzano. In un locale in via Dalmazia, per alcune ore a settimana, i 15 volontari dell’associazione Pedale Radicale, presieduta dalla 31enne Francesca Minute (nella foto insieme ad un collega), effettuano riparazioni gratuite alle biciclette e insegnano ai ciclisti le basi della ciclomeccanica.

“Siamo tutti autodidatti e nessuno di noi ha competenze specifiche in questo settore – racconta Minute –. Tra noi ci sono ricercatori universitari, tecnici informatici, ingegneri, architetti, ma tutti con la passione per la bicicletta”. Con funzioni da meccanici o da insegnanti, si ritrovano ogni martedì sera nei locali di via Dalmazia, all’interno dello Spazio Autogestito 77, dalle 18:30 alle 21:00. Qui si occupano di sostituire camere d’aria bucate, regolare cambi, aggiustare freni, sostituire catene o insegnare ai ciclisti come fare queste operazioni in autonomia.

“Il servizio è svolto gratuitamente – spiega ancora Minute – non pretendiamo nulla, ma accettiamo donazioni per coprire i costi di gestione: l’affitto, l’acquisto dei pezzi di ricambio e degli utensili. Chiunque può venire e aspettare che uno del gruppo si liberi per risolvergli il problema o per insegnargli come si fa a farlo autonomamente. Ovviamente ci occupiamo principalmente di biciclette muscolari e poco di e-bike, perché la loro meccanica è più complessa”.

L’obiettivo del gruppo è chiaro: «Vogliamo promuovere l’uso della bicicletta e della mobilità sostenibile», dice la presidente.

Nel laboratorio sono disponibili cinque postazioni, ciascuna con il proprio cavalletto, per mantenere sollevata la bicicletta e lavorarci comodamente. Ogni martedì arrivano in media 30 persone, “dallo straniero allo studente appena arrivato in città, che cerca un mezzo per muoversi. Se abbiamo qualche bicicletta usata, la sistemiamo insieme e la regaliamo, senza chiedere nulla in cambio. Per molte persone, la bici è un mezzo di trasporto essenziale anche per trovare lavoro e costruirsi un futuro”.

Il gruppo è molto affiatato, “tanto che – racconta ancora Minute – ci sentiamo come una famiglia, e lo facciamo con la convinzione di contribuire a una Bolzano più pulita. Abbiamo iniziato nel 2020, su idea di Luca, uno dei membri del gruppo, che aveva visto una ciclofficina sociale a Bologna. Ci siamo detti: Perché non farla anche a Bolzano?». Dopo la pandemia, le visite sono aumentate, anche da parte di persone anziane, “che trovano una scusa qualsiasi, anche solo gonfiare una ruota, per venirci a trovare e scambiare due chiacchiere e cercare compagnia.

A volte, la ciclofficina si fa anche itinerante. “Montiamo il nostro gazebo in occasione di manifestazioni o eventi: lì effettuiamo riparazioni gratuite alle biciclette di chi sceglie di arrivare pedalando invece che in macchina. Un incentivo per fare movimento e non inquinare”. Inoltre nei locali di via Dalmazia la bicicletta diventa anche racconto e condivisione di esperienze. “Una volta al mese – aggiunge la presidente di Pedale Radicale, mentre regola un cambio – organizziamo incontri a tema. C’è stato chi ha raccontato la storia della bicicletta, dalla sua invenzione a oggi, oppure chi ha condiviso l’esperienza di un viaggio fatto pedalando”. Tuttoi per la bicicletta, dunque, e per invitare adusarla.

Ermanno Amedei

Sie reparieren Fahrräder kostenlos – und zeigen jedem, wie man eine Schaltung einstellt, einen Platten flickt oder Bremsen repariert



Bolzano – Aus Leidenschaft fürs Fahrrad – aber auch mit dem Wunsch, etwas zur nachhaltigen Mobilität beizutragen – hat eine Gruppe junger Leute in Bozen eine „offene Fahrradwerkstatt“ gegründet.

In einem kleinen Raum in der Dalmatienstraße reparieren die 15 Freiwilligen des Vereins Pedale Radicale ein paar Stunden pro Woche Fahrräder – gratis – und bringen interessierten Radler:innen die Grundlagen der Fahrradmechanik bei.
Angeführt wird die Gruppe von der 31-jährigen Francesca Minute (im Bild mit einem Kollegen).
„Wir sind alle Autodidakten, niemand von uns hat eine spezielle Ausbildung in dem Bereich“, erzählt Minute. „Bei uns machen Uni-Forschende, IT-Techniker:innen, Ingenieur:innen und Architekt:innen mit – alle mit einer großen Fahrradleidenschaft.“

Jeden Dienstagabend trifft sich das Team im selbstverwalteten Raum „Spazio Autogestito 77“, immer von 18:30 bis 21:00 Uhr. Dort wird geschraubt, geflickt, eingestellt, erklärt: von der neuen Kette bis zur korrekt justierten Schaltung, von der aufgepumpten Reifen bis zum Bremszug.

„Unser Service ist kostenlos“, erklärt Minute weiter. „Wir verlangen nichts – wer möchte, kann aber etwas spenden. Damit decken wir Miete, Ersatzteile und Werkzeuge.“
Jede:r kann einfach vorbeikommen, ein wenig warten, bis jemand vom Team Zeit hat – und sich entweder helfen lassen oder lernen, wie man es künftig selbst macht.
Einschränkung? „Wir konzentrieren uns auf klassische Fahrräder, bei E-Bikes wird es komplizierter.“

„Wir wollen das Fahrrad als Fortbewegungsmittel fördern und die nachhaltige Mobilität stärken“, sagt die Vereinsvorsitzende klar.
Fünf Arbeitsplätze stehen im Raum bereit – mit Montageständern, Werkzeug und allem, was man braucht.
Jeden Dienstag kommen rund 30 Menschen vorbei.
„Von Geflüchteten über Studierende bis zu Neuankömmlingen in der Stadt – viele suchen ein günstiges Verkehrsmittel. Wenn wir ein gebrauchtes Rad zur Verfügung haben, richten wir es gemeinsam her und verschenken es – ohne Gegenleistung.“
Für viele sei das Fahrrad nicht nur Mobilität, sondern auch ein Schritt Richtung Job, Alltag, Zukunft.

Das Team ist eng verbunden.
„Wir sind fast wie eine Familie geworden“, sagt Minute. „Und wir tun es, weil wir überzeugt sind, dass wir damit zu einem sauberen Bozen beitragen.“
Die Idee kam 2020 – inspiriert von einer sozialen Werkstatt in Bologna.
„Luca, eines unserer Mitglieder, hatte so etwas dort gesehen. Und wir dachten: Warum nicht auch in Bozen?“

Nach der Pandemie wurde die Werkstatt noch beliebter – auch bei älteren Menschen.
„Viele kommen mit einem Vorwand, einfach um ein bisschen Gesellschaft zu haben. Auch nur, um Luft aufzupumpen und zwei Worte zu wechseln.“

Manchmal wird die Werkstatt mobil:
„Bei Events und Aktionen bauen wir unseren Pavillon auf und reparieren die Fahrräder von Leuten, die mit dem Rad statt mit dem Auto gekommen sind. Ein Anreiz, sich zu bewegen – und das Klima zu schonen.“

Und die Dalmatienstraße ist nicht nur Werkstatt, sondern auch Raum für Geschichten:
„Einmal im Monat organisieren wir Themenabende“, erzählt Minute, während sie gerade eine Schaltung nachzieht.
„Da wurde schon die Geschichte des Fahrrads von seiner Erfindung bis heute erzählt, oder jemand berichtete von einer langen Radreise.“

Alles dreht sich ums Rad – und darum, möglichst viele Menschen dafür zu begeistern.

Ermanno Amedei

(Übersetzung mithilfe einer KI-Anwendung)