Omicidio di Stefania Camboni a Fregene, indagato anche il figlio della vittima. La nuora è in carcere dal 16 maggio
20 Giugno 2025Fregene – La procura di Civitavecchia ha iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Stefania Camboni anche Francesco Violini, figlio della vittima e compagno della presunta assassina Giada Crescenzi.
Martedì 24 giugno, il coltello, la maglietta e il telefono cellulare rinvenuti nel corso del sopralluogo di martedì scorso, svolto a Fregene nell’ambito delle indagini per l’omicidio della donna avvenuto nella sua villa di Fregene tra il 15 e il 16 maggio, saranno sottoposti ad esame da parte degli investigatori per individuare ogni tipo di traccia biologica o impronta digitale.
All’esame parteciperà, oltre al consulente tecnico dell’indagata Crescenzi, anche il consulente di Violini. La procura di Civitavecchia, infatti, dopo averlo ascoltato a Sommarie informazioni come persona informata dei fatti, lo ha iscritto nel registro degli indagati, proprio in seguito al ritrovamento del coltello che, di fatto, è di sua proprietà.
L’uomo, per quella notte ha un alibi di ferro dato che, da guardia giurata, stava svolgendo il turno di notte presso l’aeroporto di Fiumicino.
“Riteniamo che questa iscrizione di Francesco Violoni nel registro indagati – dice Massimiliano Gabrielli, avvocato della famiglia Camboni e del figlio della vittima Francesco Violoni- sia transitoria e prudenziale ed un atto dovuto da parte della Procura, in quanto gli oggetti rinvenuti ieri sono di appartenenza ignota, e quindi occorre accertare chi li abbia maneggiati, tra cui va doverosamente vagliata anche la posizione di Francesco ed esaminato il suo DNA. Eravamo già pronti a questo scenario ed abbiamo a suo tempo differenziato la sua difesa attraverso la nomina dell’avvocato Alessandra Guarini; al momento non ci risultano elementi indiziari a suo carico”.
In carcere, resta Giada Crescenzi. I due convivevano in una porzione della villa. Dalla mattina del 16 maggio “non si sono più visti – dice l’avvocato – già dalle prime ore Francesco aveva maturato una certa convinzione”.
Ermanno Amedei



