Prc e Federazione della Sinistra al fianco di Igor Fonte (IdV) per il ‘Registro delle Unioni civili’

25 Febbraio 2012 0 Di Felice Pensabene

La discussione aperta sulla proposta del consigliere comunale dell’IDV, Igor Fonte, quella di istituire nel comune di Cassino il registro delle unioni civili, ci porta inevitabilmente ad illustrare sia il percorso storico che tale argomento ha avuto nel paese ed avanzare alcune considerazioni politiche.

Premesso che la Federazione della Sinistra nel condividere politicamente il merito della proposta, esprime contestualmente piena solidarietà al consigliere Fonte perché è attaccato duramente da  associazioni e partiti di estrazione cattolica. Intanto tutto parte da una scarsa e distorta informazione e da un vuoto legislativo che regolamenti tale argomento eticamente sensibile. Quindi siamo costretti a presentare l’escursus storico di tale diritto civile.

I primi disegni di legge in proposito furono presentati nel 1986, grazie all'”Interparlamentare donne Comuniste” e ad Arcigay (associazione per i diritti degli omosessuali), la prima proposta di legge (mai calendarizzata) fu presentata da Alma Agata Cappiello, avvocato e parlamentare socialista, nel 1988.

Dagli anni novanta è aumentato il numero di proposte di legge per disciplinare le unioni civili presentate sia alla Camera che al Senato, così come sono diventati pressanti gli inviti del Parlamento Europeo alla parificazione dei diritti di coppie gay e coppie eterosessuali.

Sin dall’inizio, il dibattito politico ha registrato da parte della Chiesa cattolica forti obiezioni ed aspre critiche all’adozione di una legislazione per le unioni civili.

Durante il Governo Prodi II è stato discusso alla Camera dei deputati un disegno di legge di Franco Grillini, che richiama i Pacs francesi, teso a regolamentare le unioni anche tra individui dello stesso sesso

Il movimento LGBT, ha chiesto in diverse città italiane di istituire registri delle unioni civili. La registrazione anagrafica della convivenza ha solo un significato simbolico, a meno che il singolo Comune non decida di aggiungere al valore simbolico dell’unione diritti reali (ad esempio, accesso agli alloggi popolari).
I primi comuni a dotarsi di un registro furono Empoli (nel 1993) e Pisa (nel 1996): attualmente sono molto numerose le città italiane che si sono dotate di un registro anagrafico delle unioni civili.

Alcune Regioni italiane hanno approvato statuti che sarebbero favorevoli ad una legge sulle unioni civili, anche omosessuali: la Calabria (6 luglio 2004), la Toscana (19 luglio 2004), l’Umbria (2 settembre 2004) e l’Emilia-Romagna (14 settembre 2004).
La maggior parte degli statuti si rifà alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che all’articolo 9 sancisce, tra i diritti fondamentali della persona, il “Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia“.
Il secondo Governo Berlusconi (2001-2006), di centro-destra, ha impugnato per presunta illegittimità costituzionale gli statuti della Toscana, dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna: i primi due ricorsi sono stati respinti.

La Spezia nel giugno 2006 è il primo comune italiano che ha deciso di aprire agli omosessuali il registro delle unioni civili. La mozione è stata votata da 23 consiglieri comunali su 30. Questo provvedimento determina l’equiparazione amministrativa delle coppie di fatto (diritto alle case popolari, etc.).

Oltre che eccezioni a livello geografico esistono anche delle eccezioni per alcune categorie di persone. I partner di giornalisti e onorevoli, anche se non sposati, possono usufruire del trattamento sanitario del partner appartenente a queste categorie, inoltre per gli onorevoli è possibile lasciare al proprio partner la pensione di reversibilità, anche se tra di loro non sussiste alcun legame matrimoniale. Quindi perché solo parlamentari e giornalisti sono considerati cittadini di serie A?

L’8 febbraio 2007 il governo italiano ha approvato un nuovo disegno di legge che prevede i riconoscimenti delle unioni di fatto, non sotto la denominazione comune di PACS, bensì di DICO. Visti i problemi numerici al Senato, ed alcuni problemi di ordine tecnico giuridico, un comitato ristretto della commissione giustizia che ha come relatore il senatore Cesare Salvi (Sinistra Democratica), ha elaborato una nuova proposta di legge sul CUS (contratto di unione solidale). Questa proposta di legge, aperta a tutte le coppie etero e gay, verrebbe stipulata davanti al giudice di pace o dal notaio. Quest’ultimo comunicherebbe l’atto al giudice di pace, dove verrebbe trascritto in un pubblico registro. La caduta del Governo Prodi ha decretato, di fatto, il fallimento della proposta di legge.

Il 17 settembre 2008 il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha proposto un riconoscimento sia per coppie eterosessuali che per coppie omosessuali chiamato DiDoRe (DIritti e DOveri di REciprocità dei conviventi). La proposta è stata presentata al parlamento l’8 ottobre 2008 ed è assegnata alla II Commissione Giustizia, che non l’ha ancora esaminata.

Considerato che guardando alle trasformazioni morfologiche nell’ambito delle famiglie, – le Unioni civili (o libere unioni) nel 2009 sono diventate 897.000 e rappresentano il 5,9% del totale. Erano 533.000 nel 2003 e 343.000 nel 1998. Crescono all’interno delle nuove forme familiari, con i single non vedovi, i monogenitori non vedovi e le famiglie ricostituite coniugate, per un totale di 6.866.000 nuclei definibili atipici, non tradizionali, fuori dal vincolo del matrimonio, in cui vivono 12 milioni di persone. Si tratta del 20% della popolazione, un dato quasi raddoppiato rispetto al 1998″. Considerati tali numeri perfino il governo Berlusconi che idealmente, culturalmente trovava resistenze per legiferare, come già menzionato ha dovuto metterci mano. Occorre intervenire subito e quindi, come in tanti comuni di’Italia, l’istituzione del registro delle unioni civili presentato nella prima commissione presieduta dal consigliere della Federazione della Sinistra, Vincenzo Durante, aiuta a spronare il legislatore affinché appunto legiferi su tale argomento. Anche se a dire il vero si può anche riempire di contenuti l’intervento locale prevedendo come nel comune di La Spezia il riconoscimento di un alloggio popolare per le unioni civili. Ed anche se nel previsto registro non si iscriverà nessuno non significa che sarà inutile ma invece servirà per dare una prova di civiltà anche a Cassino. Per noi della Federazione della Sinistra è dirimente il principio dell’uguaglianza e di accessibilità ai diritti  fondamentali dell’uomo. Noi ci batteremo con tutti coloro che auspicano questa rottura culturale e politica affinché l’art. 3 della nostra costituzione, anche alla luce dell’evoluzione naturale e sociale, trovi la massima applicazione possibile.