Ritrovati resti ossei risalenti al IX-X sec. D.C., accanto a San Pietro della Foresta

7 Dicembre 2012 0 Di Felice Pensabene

Resti ossei umani sono venuti alla luce vicino il rudere del vecchio monastero di  San Pietro della Foretsta, edificato da monaci greci in Monticelli, località Campogrande,  intorno al  IX°-X° sec. D.C. Le abbondanti piogge di questi giorni  e le conseguenti esondazioni dei fossi di scolo hanno aperto un solco profondo nelle vicinanze del rudere, facendo venire alla luce  frammenti ossei ed un’arcata dentale intatta e ben conservata appartenenti ad un corpo umano. I resti sono stati notati dal proprietario del terreno, sig. Paolo Cerrito, il quale ha provveduto tempestivamente ad informare del rinvenimento il Sindaco e la locale Stazione dei Carabinieri. Dopo un sopralluogo effettuato congiuntamente dalle suddette Autorità, il maresciallo Giacomo Forino, Comandante della Stazione di Esperia, ha provveduto  ad informare del fatto il Sostituto Procuratore della Repubblica, Dr. Alfredo Mattei, ed al recupero dei resti per l’espletamento dei primi accertamenti di rito.

Successivamente, dopo che esperti hanno constatato che i reperti risalgono a molti anni fa, il Maresciallo Forino, custode temporaneo degli stessi, ha invitato il Sindaco ad attivarsi per chiedere l’intervento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, cui, già nella mattinata di ieri, sono stati affidati i resti per lo studio e l’approfondimento scientifico del caso.

“ Spero- ha detto il Sindaco, prof. Giuseppe Moretti – che il rinvenimento di resti umani vicino il rudere del monastero di S. Pietro della Foresta, diventato, poi, S.Clino della Foresta e meglio conosciuto,oggi, con il nome di S. Cimo ( denominazione di origine dialettale), possa servire da stimolo alle Autorità competenti per avviare uno studio di ricerca, di recupero e di valorizzazione di un sito archeologico importante, noto a tutti e riportato su tutte le mappe del Ministero dei Beni e Attività Culturali.

L’Amministrazione comunale è disposta a sostenere, per quanto di competenza, tutte le iniziative che mirino a valorizzare ed a preservare dalla distruzione totale una testimonianza archeologica così importante, di cui, con il passare del tempo, si rischia di non avere più traccia. Del resto, tutti sanno che il rudere dell’antico monastero sorge vicino ad un’area ben più vasta, ove, anni fa, in occasione della realizzazione di opere pubbliche importanti ( metanodotto, rete irrigua, ecc.) furono rinvenuti insediamenti risalenti di origine romana ”