Omicidio Cerciello, altro sconto di pena per Natale. La vedova del Brigadiere “slealtà processuale”
15 Luglio 2025Roma – Ulteriore sconto di pena per Gabriele Natale Hjorth. Il giovane americano è stato condannato a 10 anni, 11 mesi e 25 giorni per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate a Roma nel luglio del 2019. Hjorth era stato condannato in primo grado all’ergastolo ma la pena gli è stata ridotta nel corso dei tre gradi di giudizio e relativo appelli. Attualmente è ai domiciliari col braccialetto elettronico a casa della nonna a Fregene.
Amara la reazione Rosamaria, la vedova di Mario Cerciello Rega. “Questo processo – ha detto attraverso il suo avvocato Massimo Ferrandino– così lungo, caratterizzato da una vergognosa slealtà processuale per confondere responsabilità e motivazioni per biechi interessi in termini di sconti di pena, non ha fatto altro che aggiungere altro dolore alla sofferenza per la morte violenta di mio marito Mario.
L’aver calpestato e infangato da parte di alcuni protagonisti di questa tristissima vicenda giudiziaria la memoria di un giovane sposo, caduto mentre espletava il proprio servizio, con la complicità di una certa stampa e di taluni politici, non hanno fatto altro che mostrare il volto disumano di un falso pietismo che respingo al mittente.
Sferzante è stata l’azione denigratoria verso il “mio Eroe” che si è cercato di non riconoscere come tale, in questo tempo di indifferenza, insensibilità ed egoismi; eroe con sogni semplici, come tanti servitori dello Stato che sono al servizio della comunità con sacrificio e abnegazione rispettando un giuramento di fedeltà, che hanno qualcuno che li aspetta a casa e che progettano il futuro. Sentirsi abbandonati e sopraffatti non dovrebbe essere un sentimento da provare per coloro che dedicano la propria Vita agli altri.
E allora tutto spinge e si orienta verso l’oblio come soluzione, la cancellazione della memoria di Mario e del baluardo che io rappresento nella disperata lotta contro questa irriverente tendenza.
Un sincero ringraziamento va agli avvocati che hanno lottato con grande professionalità in tutti questi anni per affermare la verità dei fatti, purtroppo emersa tardivamente con la sentenza odierna.
E se mi vien chiesto cosa provo, concludo dicendo di aver ascoltato davvero troppo, sentito davvero troppo, visto davvero troppo e sopportato altrettanto. Ogni giorno che passa mi stupisco per come ho affrontato questo deserto senz’acqua, assaporandone assenza, cattiveria, quella che ti aspetti e che non ti aspetti, egoismo, sopraffazione, menefreghismo, falso buonismo, collera, tradimento, disperazione, indecenza, delusione, sangue e morte…per anni e anni…lacrime inghiottite e parole soffocate.
Ma una piccola fiamma dentro me, ancora forse persiste…sarà la speranza?
Ringrazio tutte le persone perbene che hanno lavorato e lavorano nel vero interesse della giustizia e che mi sono state accanto, mi hanno sostenuto ed hanno condiviso con me questo tremendo contesto”.
Ermanno Amedei



