L’Ironman Matteo batte la burocrazia che gli ha impedito di gareggiare, a Bolzano organizza una gara di triathlon personale

L’Ironman Matteo batte la burocrazia che gli ha impedito di gareggiare, a Bolzano organizza una gara di triathlon personale

29 Luglio 2025 0 Di redazione

Bolzano – Ha avuto la sua rivincita contro la burocrazia che gli aveva impedito di partecipare all’Ironman di Thun, la gara di triathlon che si svolge in Svizzera. Matteo Moretti, 35 anni, insegnante specializzato nella scuola dell’infanzia di via Genova a Bolzano, è un grande appassionato di sport. Dopo aver partecipato a diverse gare di triathlon — disciplina che combina corsa, nuoto e ciclismo — quest’anno si sentiva pronto per il grande salto: affrontare l’Ironman, la più dura tra le competizioni della categoria. A Thun, ogni anno, migliaia di sportivi si cimentano in questa sfida che prevede 3,8 chilometri di nuoto, 180 in bicicletta e 42 di corsa, da affrontare senza interruzioni se non per il cambio di attrezzatura.

“Mi ero allenato a lungo — racconta — e sapevo di potercela fare”. Ma a gennaio, durante la visita medica sportiva, gli viene diagnosticata una lieve dilatazione cardiaca. Il medico lo dichiara non idoneo, negandogli il certificato necessario anche solo per partecipare alla maratona di Roma, prevista per marzo. Preoccupato, Moretti si sottopone a una lunga serie di accertamenti, fino a quando un cardiologo lo rassicura: “Il tuo cuore è perfettamente in grado di sostenere gli sforzi: rientri nei parametri del cosiddetto ‘cuore d’atleta’”.

Forte del nuovo parere medico, Matteo si appella all’Ufficio Ricorsi di Medicina Sportiva di Bolzano e ottiene l’idoneità. Ma quando riceve il certificato, le iscrizioni all’Ironman di Thun sono ormai chiuse. A quel punto, però, non si perde d’animo: “Mi sono detto che, se non potevo partecipare alla gara ufficiale, me ne sarei organizzata una tutta mia, contro il cronometro e me stesso”.

Fissa la data del suo “Ironman personale” per il 12 luglio e coinvolge alcuni amici e la moglie Martina, che lo assistono durante la prova. Inizia con i 3,8 km di nuoto nella piscina del Lido di Bolzano, poi monta in bici e percorre tre volte un anello tra Bolzano e Vadena, per un totale di 180 km. Infine, lascia la bici e parte per i 42 km di corsa lungo le strade di campagna tra Bolzano, Laives e Terlano. Gli amici si alternano per accompagnarlo in base alle frazioni in cui sono più preparati.

Alla fine, Matteo completa la sua sfida in 12 ore, 19 minuti e 48 secondi: un’ora, sei minuti e 28 secondi nel nuoto; 5 ore, 44 minuti e 6 secondi in bici; e 5 ore, 4 minuti e 36 secondi di corsa. Ad attenderlo al traguardo c’erano la moglie, i due figli e gli amici, pronti a premiarlo con una medaglietta e un piatto di pasta.

“Ero felice — ha raccontato — come se avessi davvero vinto l’Ironman. Credo che chi ha una passione debba coltivarla. La vittoria più grande è essere soddisfatti di sé e di ciò che si è fatto con amore”. E per il prossimo anno ha già un obiettivo: “Oltre a tentare l’Ironman, voglio attraversare a nuoto lo Stretto di Messina”. Auguri, Matteo.

Ermanno Amedei

Sein ganz persönlicher Ironman – gegen die Bürokratie und sich selbst

Matteo Moretti hat es allen gezeigt – vor allem der Bürokratie, die ihn an der Teilnahme am Ironman im schweizerischen Thun hindern wollte. Der 35-jährige Lehrer an der Vorschule in der Genova-Straße in Bozen ist begeisterter Ausdauersportler. Nach mehreren Triathlons fühlte er sich dieses Jahr bereit für den großen Sprung: den Ironman – den härtesten Wettkampf der Szene.

In Thun messen sich jedes Jahr Tausende Athlet:innen in einer Extrem-Challenge: 3,8 Kilometer Schwimmen, 180 Kilometer Radfahren und ein Marathon – alles am Stück, nur kurze Pausen zum Umziehen sind erlaubt. „Ich hatte hart trainiert“, erzählt Matteo, „und wusste, dass ich es schaffen kann.“

Doch im Januar, bei der sportärztlichen Untersuchung, dann der Schock: leichte Herzerweiterung, hieß es. Der Arzt verweigerte ihm das notwendige Attest – nicht mal für den Rom-Marathon im März.

Moretti ließ sich davon nicht unterkriegen. Er unterzog sich weiteren Untersuchungen – bis ein Kardiologe ihn beruhigte: „Dein Herz ist fit. Du hast einfach ein Sportlerherz – alles im grünen Bereich.“

Mit dieser Diagnose legte Matteo Einspruch bei der Sportmedizinischen Kommission in Bozen ein – und bekam Recht: Attest erteilt.

Doch da war der Ironman in Thun schon ausgebucht. Also fasste er einen kühnen Entschluss: „Wenn ich nicht am offiziellen Wettkampf teilnehmen kann, dann mache ich eben meinen eigenen – gegen die Uhr und gegen mich selbst.“

Am 12. Juli war es soweit: Matteo organisierte seinen ganz persönlichen Ironman. Mit dabei: Freunde und seine Frau Martina, die ihn unterstützten.

Er begann mit 3,8 Kilometern Schwimmen im Bozner Lido, stieg dann aufs Rad und fuhr dreimal die Strecke zwischen Bozen und Pfatten – insgesamt 180 Kilometer. Danach wechselte er die Schuhe und lief 42 Kilometer durch die Felder rund um Bozen, Leifers und Terlan. Seine Freunde wechselten sich ab, je nachdem, wo sie am stärksten waren.

Nach 12 Stunden, 19 Minuten und 48 Sekunden war es geschafft:
– 1:06:28 fürs Schwimmen
– 5:44:06 auf dem Rad
– 5:04:36 beim Laufen

Am „Ziel“ erwarteten ihn seine Frau, die zwei Kinder, Freunde – mit einer Medaille und einem Teller Pasta.

„Ich war überglücklich“, erzählt Matteo. „Es fühlte sich an wie ein echter Ironman. Wer für etwas brennt, sollte es auch tun. Die größte Belohnung ist, stolz auf sich selbst zu sein – auf das, was man mit Liebe gemacht hat.“

Fürs nächste Jahr hat er schon neue Pläne: „Ich will wieder den Ironman versuchen. Und: Ich möchte die Meerenge von Messina durchschwimmen.“

Forza, Matteo!

Ermanno Amedei

(Übersetzung mithilfe einer KI-Anwendung)