Incendiata la macchina del tecnico comunale di Pastena, il sindaco: “E’ attentato mafioso”

10 Agosto 2013 0 Di redazione

“Una chiara intimidazione mafiosa”. Così il sindaco di Pastena Arturo Gnesi ha definito l’atto incendiario che questa notte ha distrutto la macchina dell’architetto Rolando Marchetti, tecnico di fiducia del suo comune. “Prove inequivocabili dovute alla presenza di liquido infiammabile escludono qualsiasi altra ipotesi di incendio accidentale – scrive Gnesi in una nota stampa – e riportano al centro dell’attenzione delle forze investigative la inquietante presenza della criminalità organizzata che ormai da anni opera non solo sul tanto declamato sud pontino o nel cassinate ma sull’intera area della provincia di Frosinone”.
L’architetto Marchetti per anni, convenzionato degli uffici tecnici di vari comuni, da Coreno Ausonio, a Fontana Liri, da Lenola fino a Pastena, si è visto la vettura incendiata nel giardino della sua abitazione a Pontecorvo.
“Probabilmente – continua Gnesi – ha impedito che qualcuno approfittasse dei finanziamenti pubblici per favorire gli interessi personali e forse sta tutta qui la ragione di questo attentato mafioso.
Si è sempre mosso – ha scritto Gnesi riferendosi al tecnico – nell’interesse del bene pubblico, a favore dei cittadini che sono i diretti beneficiari delle opere realizzate, ha sempre escluso accordi sottobanco o manipolazioni sulle rendicontazioni dei lavori eseguiti dalle ditte per evitare che parte dei soldi finissero nei meandri di un sistema spesso corrotto o colluso, alimentato da comitati d’affari in simbiosi spesso con propaggini del potere politico.
Adesso occorre che le forze dell’ordine indaghino a fondo per capire da dove è partito il comando e chi ha dato l’ordine di “avvertire” l’architetto Marchetti dando fuoco alla sua auto.
Gli amministratori pubblici, devono fare uno sforzo ulteriore per affermare i principi della trasparenza e della legalità, evitando le pressioni di lobby che monopolizzano il settore della progettazione e della direzione delle opere pubbliche.
Non possiamo – ha concluso il sindaco – isolare quei tecnici che lavorando nel rispetto delle regole , subiscano intimazioni, ricatti o attentati solo per non aver piegato la schiena di fronte agli interessi delle varie organizzazioni mafiose presenti sul territorio ciociaro”.
Foto Repertorio