Ragazzo diversamente abile prigioniero della stazione di San Vito Chietino – IL VIDEO

31 Agosto 2013 0 Di redazione

Prigioniero nella stazione ferroviaria di San Vito Chietino. E’ l’incredibile storia di un ragazzo di 26 anni di Lanciano costretto alla sedia a rotelle fin dalla nascita che, a fine luglio, con un gruppo di amici, aveva deciso di trascorrere una giornata di mare sulla costa abruzzese. La loro idea era quella di raggiungere la spiaggia della marina di San Vito con un treno. Da Lanciano a San Vito la tratta è breve, appena dieci chilometri che il convoglio della Sangritana, la società che si occupa del servizio ferroviario in quella zona, copre in circa 10 minuti. Ma un percorso semplice, in Italia, può diventare una vera odissea per chi non può camminare autonomamente. Walter Liberatore, infatti, partito regolarmente da Lanciano, con la sua festosa comitiva di amici, giunto alla stazione di San Vito, è sceso dal treno rimanendo prigioniero sulla banchina. Il convoglio, infatti, è arrivato al binario numero tre facendo scendere i passeggeri sulla banchina centrale. Da quel posto, per andare via, i normodotati adoperano il sottopassaggio: 26 gradini a scendere e 26 a risalire. E i diversamente abili? Per loro non ci sono né ascensori, tantomeno pedane mobili. A Walter, assistito dai suoi amici, non è rimasto altro da fare che chiamare in suo soccorso il padre Marcello. “Ho capito che avevamo di fronte una delle tante battaglie che da 26 anni combattiamo contro le barriere architettoniche – Ha dichiarato il genitore – Mi ero accertato che avesse preso il treno a Lanciano convinto che a San Vito non avrebbe incontrato problemi dato che la stazione risale a poco più di cinque anni. Quando sono arrivato in stazione, ho cercato il personale ma gli uffici erano tutti chiusi. Mio figlio aveva diritto alla sua giornata di mare e, certamente, non sarebbe rimasto lì. Ho quindi chiamato i vigili del fuoco”. In circa 15 minuti la squadra dei pompieri di Lanciano era in stazione alla ricerca di una soluzione. La carrozzella è del tipo elettrico e da sola pesa oltre un quintale, a cui va aggiunto il peso del ragazzo, grosso e pesante anche lui, e la somma espressa in chili non consigliava di sollevare quel peso per trasportarlo sulle scale del sottopassaggio. prigioniero della stazione1 puntoE’ stato quindi necessario far intervenire i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) i quali hanno tolto tensione alle linee successive al terzo binario e, trovato un punto più agevole, sollevato in parte dai pompieri e dagli agenti della Polfer arrivati in soccorso, Walter è riuscito a raggiungere una sorta di uscita di emergenza della stazione che dava accesso allo stadio comunale e, seguendo un sentiero sterrato, è uscito da quella che è stata la sua prigione per circa due ore. “E’ incredibile che succedano di queste cose in particolare quando, come in questo caso, la struttura è di recente costruzione – è lo sfogo di Marcello Liberatore – Possibile che in fase di collaudo, nessuno si è posto il problema dei disabili?”.

Abbiamo cercato i responsabili di quanto accaduto interpellando prima la Sangritana dai cui uffici amministrativi di Lanciano, però, è stato precisato che l’azienda ha il solo utilizzo della stazione per la fermata dei propri treni, e che tutto ciò che riguarda la stazione, in quanto struttura, è di esclusiva dipendenza della Rfi. Una versione confermata dall’ufficio stampa romano della società controllata da Trenitalia che gestisce oltre alla rete ferroviaria, anche le stazioni. “Per i disabili abbiamo un servizio che funziona su tutto il territorio nazionale – riferisce uno dei responsabili delle comunicazioni di Rfi – E’ un numero verde di prenotazione grazie al quale è possibile predisporre tutto quanto serve per il viaggiatore che ha bisogno di assistenza. Nel caso di specie, se il viaggiatore avesse usato la prenotazione, il treno sarebbe arrivato a San Vito sul primo binario senza, quindi, dover utilizzare il sottopassaggio per uscire”. Il servizio è rivolto ai viaggiatori su sedia a rotelle o con difficoltà a deambulare, non vedenti, non udenti, persone anziane o donne in gravidanza. Sicuramente un servizio efficiente ma con una pecca, forse quella di non essere conosciuto tra i potenziali usufruitori. “Quando lo abbiamo istituito abbiamo informato tutte le associazioni di categoria di disabili cercando di essere capillari nel diffonderne la conoscenza” dicono da Rfi. Walter non ha prenotato questo servizio, evidentemente perché non sapeva che esistesse e nessuno gli ha consigliato di farlo neanche quando ha comperato il biglietto. Questa certamente è una pecca del sistema a cui noi diamo il nostro contributo per migliorare. Il numero da chiamare per avere assistenza ed evitare l’odissea di Walter è 800.90.60.60
Ermanno Amedei